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Interminabile abbraccio

Invisibile e misterioso il filo che trattiene un uomo e una donna, che si sono incrociati per caso, che si dedicano parole che attraggono e delle quali nessuno dei due può far a meno.
Li accomuna quella solitudine ormai implacabile nel suo lento scavare, nel suo lento, ma inesorabile, progredire.
Le mancanze radunate dietro ricordi forti e lontani, ormai irripetibili, sono micce di un dolore che non si placa.
Ogni gioia passata si accompagna ad una ferita che non potrà più essere curata e le mani sono piene di istanti dove l’amaro nasce da sorrisi ormai logori, sempre più radi e incompleti.
I loro pensieri, che inconsapevolmente si incrociano a metà strada, sembrano la copia l’uno dell’altro.
Lui davanti a un mare dall’odore irrinunciabile.
Lei davanti a una montagna eterna, della quale farebbe a meno.
La mancanza di un qualcosa di non ben definito, quelle attese in continuo bilico tra l’oggi e il domani, erodono anche la roccia.
Lui potrebbe parlarle di più, ma non lo fa; potrebbe essere più presente, ma non lo fa; potrebbe andarsene, ma non lo fa.
Lei potrebbe parlargli di meno, ma non lo fa; potrebbe essere meno presente, ma non lo fa; potrebbe andarsene, ma non lo fa.
La fine del giorno accoglie e culla emozioni celate, ma fortemente cercate, che poi in punta di piedi lasciano una scia per l’inizio del giorno che verrà.
Nessuna follia da chiedere, nessuna follia da dare.


Sulle note di musiche condivise, si alternarono, in una danza mai uguale, foglie sbiadite, soffici fiocchi di neve, fiori di pesco e notti di stelle cadenti.


Fu inattesa quella mano che silenziosamente afferrò la sua.
Tra quei respiri sospesi, gli sguardi finalmente liberi di riconoscersi.
Per lei un fiume di parole.
Per lui un fiume di lacrime.
Un’esplosione di emozioni contrastanti si alternarono nell’immediatezza di quel battito accelerato, ma ora lui era lì, davanti a lei, a pretendere nuovi ricordi e nuovi giorni da percorrere insieme.
Era stato il vento che aveva domato quella sfida tra terra e mare, spezzando le catene di silenzi, solitudini e malinconie, portandoli finalmente a quel primo interminabile abbraccio.


le silence ne peut pas être infinie, mais il peut être rompu




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Racconto scritto il 23/04/2016 - 20:26
Da Emma Tanzi
Letta n.1317 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Piaciutissima... peccato che non conosco il francese, l'ultima frase che chiude il racconto no l'ho capita bene, però che bello!!!!

Angela Avella 24/04/2016 - 14:00

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