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1967

Il ragionier Cassani raccolse la pipa dalla scrivania, la mise in tasca, dette un’ultima occhiata ad una lettera arrivata nel pomeriggio, la posò tra le pratiche che avrebbe evaso l’ indomani, si alzò e guadagnò l’ uscita a passi sicuri. Fuori, un refolo d’aria frizzantina gli fece fare spallucce; pensò che l’ Autunno, fra breve, avrebbe lasciato il passo al generale Inverno.
Raggiunta la propria automobile prestò attenzione, nell’uscire dal parcheggio, ad immettersi nel traffico del tardo pomeriggio e si mescolò nel flusso delle vetture pensando che fra poco sarebbe arrivato a casa.
Un leggero sorriso stirò le labbra del ragionier Cassani. Gli piaceva pensare alla casa, gli dava sicurezza e trascorreva volentieri le ore lontane dall’ ufficio tra le quattro mura della propria abitazione dove, soleva dire con un pizzico di vanteria per far capire che sapeva di latino: “Hic manebimus optime”.
Il ragionier Cassani, dopo la cena, sedeva nella accogliente poltrona del salotto e, caricata la pipa, aspettava tranquillo che la moglie gli portasse la tazzina di caffè. I loro sguardi, allora, s’incontravano e ad un attento osservatore non sarebbe sfuggita l’ eloquenza di quel fugace momento. Si amavano, teneramente, da tanto tempo, a loro bastava e il resto aveva poca importanza.
Portò la pipa alla bocca, alimentò la brace nel fornello con piccole aspirazioni, sbuffò l’ aromatico fumo lontano da sé girando leggermente il capo a sinistra e si apprestò ad accendere l’ apparecchio alla destra della poltrona; la radio gracchiò per qualche istante poi: “...Dall’Auditorium di Torino trasmettiamo Piccola Musica Notturna, di Wolfang Amadeus Mozart, direttore d’orchestra...”.
Il ragionier Cassani socchiuse leggermente gli occhi, poggiò bene i gomiti sui braccioli della poltrona e si installò sulla lunghezza d’onda della composizione mozartiana; la musica calda e ovattata, passata attraverso le valvole di quel vecchio ma valido apparecchio, invase con calma l’ ambiente e il ragionier Cassani pensò soddisfatto ma sincero alla propria esistenza.


La serata si prospettava piacevole e gli parve, come in un sogno, che il mondo intero ascoltasse serenamente quelle note che sembravano elevarsi lassù, verso le stelle da dove per incanto gli apparve il sorriso della moglie che avrebbe illuminato con la luce dell’ Amore le ore della notte…




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Racconto scritto il 17/03/2020 - 10:02
Da romeo cantoni
Letta n.929 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Una scrittura armoniosa e calda dove l'emozione cresce e stringe un po' la gola nella parte finale...

Grazia Giuliani 17/03/2020 - 19:23

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Gentile Giacomo C. Collins il tuo intervento è stato molto apprezzato da me...ho già fatto le correzioni come potrai osservare...alla prossima...

romeo cantoni 17/03/2020 - 18:18

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Per precisione puntigliosa la virgola nel mio commento, dopo "racconto", non deve esserci!!!

Leo Pardiss 17/03/2020 - 13:44

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Scritto in modo caldo e rassicurante.
Una mia impressione interpretativa del racconto, è che, leggendo la chiusa, il Rag. Cassani, in realtà sia solo.

Leo Pardiss 17/03/2020 - 13:41

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Bello, e anche molto ben scritto...ecco perché tengo a segnalarti una svista: dopo un refulo d'aria frizzantina va tolta obbligatoriamente la virgola essendo l'aria frizzantina il soggetto della frase. Poi c'è un refuso...si apprestò al accendere...ad accendere.
Insomma inezie di un bel racconto anche molto ben scritto...forse noi del 46 abbiamo lo stesso stile...mah?

Giacomo C. Collins 17/03/2020 - 13:00

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Un racconto di vita, piaciuto.

Maria Luisa Bandiera 17/03/2020 - 12:05

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