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Pieghe di ciniglia

Una mattina, nei turbinii
gentili e verdi del Basso Monferrato
pur con la languida foschia di marzo
che pennella alberi ancora spogli.


Ho intrapreso dolci pendii
con noncuranza. L’inverno inveterato
ha riavvolto di brina il cardo,
sparso al vento le ultime foglie
del faggio e dell’eucalipto.


Sto in un battibaleno delle ciglia
come stanno campanule celesti
i vitigni potati della Barbera,
le case dorate di luce e di sassi.


Sto su questa morbida ciniglia
dei prati. Ho dato libertà ai gesti
come una remota primavera
che danza a ritroso sui suoi passi
A volte procedo, a volte mi eclisso.



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Poesia scritta il 03/04/2022 - 18:44
Da Carla Vercelli
Letta n.534 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Come non perdersi in tanta bellezza della natura, complimenti, hai dipinto in versi!

genoveffa genè frau 05/04/2022 - 19:35

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é facile abituarsi alle tue squisite dolcezze Tonino

FADDA TONINO 05/04/2022 - 15:14

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Bravissima, meravigliosa descrizione.

mario Righi 04/04/2022 - 18:23

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Sempre brava l'autrice che ci fa godere delle meraviglie della natura.

Maria Luisa Bandiera 04/04/2022 - 07:40

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Stupendo affresco di un paesaggio stupendo che conosco. Tinte di acquerello a segnare tutto il panorama, mentre l'animo si libera dei retaggi remoti e lascia respirar l'aria del nuovo catturando ad ogni gesto il senso del vivere.
Intensa e piena di colori

ALFONSO BORDONARO 03/04/2022 - 20:28

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