RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

VORREI PORTARTI AL MARE.


Vorrei portarti al mare.

Te lo ricordi? Giocavamo tra le onde nei pomeriggi assolati. C'erano molte persone, ma io vedevo solo te. Eri il Dio del mare per me. Non sapevo ancora che ne esistesse uno nell'immaginario collettivo e che vantasse secoli e secoli di storia. Ero ignara di tutto ciò che non riguardava noi, la nostra famiglia. Forse è presto per versare qualche lacrima, papà. Ho appena iniziato a scrivere, e mi pare di non poterne fare a meno. Sono stata tanto sola in questi ultimi anni. Quasi nessuno lo ha capito, anche se traspare dai miei gesti e dallo sguardo, la tua malattia. Sono forte, perchè me lo hai insegnato tu e me lo ricordi ogni giorno. Quando vedo un tuo sorriso, mi sento come di fronte ad un piccolo miracolo. Ogni volta che scherzi sulla mia sbadataggine o sul mio buffo modo di treagire quando mi sento ferita, vorrei ringraziarti, ma non mi escono le parole dalla bocca. Saper ridere e scharzare, non è cosa di tutti. In te, che sei immobilizzato e costretto a ... (continua)


Lylas Lena 05/02/2018 - 12:21
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Vuoto (parte prima)


Le parole. Quante sono le parole? Troppe! Infinite. Quelle che si dicono e si sarebbe potuto non dire. Quelle che si pensano e si vorrebbero tanto dire. Quelle che si tacciono, per la situazione, per l’orgoglio, per tutta una serie indiscriminata di motivi senza alcuna logica. Quelle che continuano a riempirti il cervello, occupandoti neurone su neurone fino a non lasciarti più spazio. Perché si dice che le parole siano evanescenti, tutto fumo e niente arrosto, volano labili tra le nostre vite senza un contorno, una sagoma, un corpo. In realtà credo che le parole abbiano sì un corpo, per quanto solo immaginario. Ogni parola ha la propria forma, scolpita sulla mente, liberata negli angusti spazi del ricordo. Una semplice parola come ciao, nulla di eccezionale, niente di blasfemo, prende forma dentro l’immaginario collettivo e viene plasmata da delle lettere, nero su bianco, nel nostro cervello. L’udito potrebbe farti pensare che le parole dette siano al vento, volatili indistinti che vi... (continua)

Boris Gant 29/04/2020 - 08:04
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Vuoto (parte seconda)


Un bel locale e una band che suonava: questi erano stati gli ingredienti del caso. Fu il caso che mi fece sedere davanti al bancone delle birre. Ero uscito con degli amici a bere e ad ascoltare una brava cover band di cui non ricordo il nome. Forse fu proprio il caso a farmi sedere lì. E caso volle che due amiche, tu e non ricordo l’altra, vi sedeste proprio accanto. Tu ti sedesti al mio fianco. Avevo già bevuto due birre. Forse più. E la lingua era più sciolta, la timidezza scomparsa e una strana sensazione mi diceva che ci sarei riuscito.
Mi girai e ti vidi: stavi bevendo una birra e ti godevi lo musica insieme alla tua amica. Ti sottraevi al mio sguardo, tranne se colta di sorpresa. La sorpresa! Che magnifico espediente. Non potevo guardarti e sperare che anche tu iniziassi a guardarmi così, senza motivo. Dovevo scovare un espediente e quello fu il caso. Il caso volle che, nello stesso momento in cui ti girasti verso di me, io mi girai verso di te. E lì non potevi fare altro che so... (continua)

Boris Gant 05/05/2020 - 10:06
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Walzer al sentore di menta


Margherette non ne poteva piu' di quel cane guastafeste che le rovinava tutte le orchidee e allora prese il trench ciclamino e decise di lasciare le mura del piccolo appartamento parigino.
Attraversò i viali centrali pervasa dal profumo delle aiuole di menta tipico della stagione.
La ragazza oltrepasso' Ponte Alessandro III guardando i placidi flutti della Senna sottostante fino ad approdare ad un vernissage a Place delphine. Marguerette si disse tra sé e sé che non c'era nulla di male ad entrare dentro. Oltrepasso' la soglia e fu subito catapultata tra la folla, di fronte a lei tavole di Van Gogh dalle pennellate decise e raffinate.
Alle sue spalle invece quadri di Kandinski dai soggetti astratti e colori sfavillanti. Non so come un cameriere le mise in mano un calice con dentro un liquido giallognolo aspro e frizzantino. Indietreggio' due passi dai van Gogh e per sua sfortuna andò a urtare un altro visitatore innondandolo di vino.
"Chiedo terribilmente scusa. Sono mortific... (continua)

Marzia Versolatto 04/06/2022 - 09:53
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ZOE


Ma cos’è questo rumore? Fatelo smettere per favore! Che accidenti succede? Perché questo frastuono assordante?! Attenta Zoe! Fermati! No, Zoe, non piangere, parlami!
Uno schianto infernale, oh Dio! frantumi dappertutto…La testa, il cervello, e poi…l’anima…e quella sua mano protesa a riprendere…ma a riprendere che cosa, Zoe?
La sua anima? la sua lurida dignità?…

Affacciato alla balaustra, Patrick urla tutto il suo sconcerto, il suo grido rimbomba lungo l’anima delle scale fin dentro la sua.
La paura tremenda che lei non voglia più sentirlo si fa insopportabile. Ha il cuore in gola e il terrore che gli blocca il respiro. “Aspetta, Zoe!! Noo, nooo, Zoeee!?
Il pavimento del pianerottolo è ghiaccio sotto i suoi piedi nudi. La sensazione di sprofondare in uno stato d’angoscia fatto di mediocrità e di meschinità lo assale ad ogni passo. È sempre così da quando Zoe non c’è più.

Patrick spalanca gli occhi, ha l’affanno, è disorientato, infreddolito. È ancora uncinato a quel lembo d... (continua)

Beatrice Castelli 03/05/2016 - 10:35
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