OPERA

E poi mi venne incontro:
ed ebbi un sussulto.
E mi resi conto
che era giunto il momento
Ma il mare non era contento:
il vento non parlò, non disse niente,
e il sole si ecclissò...
e scomparve all’orizzonte.
Ohimè, fu triste cosa, l’averla incontrata...
e poi, perduta per sempre.
Ohimè, fu beffa atroce.
Fu come portare la croce...
per sempre...
per tutta la vita.
E cosi mi misi l’anima in pace.
Giorni interi ad aspettare...
sulla scogliera, al lungomare.
Giorni passati senza aver niente da fare.
Giorni amari:
affondando...nei dispiaceri.
Giorni in alto mare.
Addio sogni...di gloria!
Giorni intercalati tra la luna e il sole;
tra il dolce e l’amaro:
ma mai costellati dall’amore.
Giorni senza storia.
Senza nulla da raccontare:
oggi pioggia, domani sole.
Oggi, sali e scendi a piedi, le scale;
domani prendi l’ascensore.
Giorni senza parlare con nessuno:
senza comunicare.
Giorni vissuti in fretta...
più veloci di un treno:
divorati in un baleno,
senza vedere mai...l’arcobaleno.
Giorni, del nulla avere e nulla dare:
Giorni, da mea culpa...da recitare.
Giorni in alto mare.
Giorni interi ad aspettare.
Giorni...da dimenticare!

Opera scritta il 12/03/2017 - 22:05

Da francesco la mantia

Letta n.1134 volte.

Un lecito quanto sentito verseggio.
Eccezionale a chiudere.
Lieta settimana.
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Rocco Michele LETTINI 13/03/2017 - 14:53

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