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A colloquio con Giuliana.

Poesia di E. Montale


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. ( dalla raccolta "Satura")


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Ti abbiamo sepolta nella cappella dei frati francescani come volevi e come ci raccomandavi ogni tanto. Pensavi molto spesso alla morte; ti spaventava ma non volevi che ti cogliesse impreparata; pronta da tempo la busta con il pigiama da farti indossare per la circostanza e il rosario di legno da intrecciare tra le dita. Che gelide le tue mani! Come di cera il tuo viso quasi tornato, una volta cessati gli spasmi provocati dal dolore che continuamente ti prendeva d'assalto , alla sua giovanile delicata bellezza. Frastornato dal cerimoniale funebre e dal rito sociale delle condoglianze di amici e conoscenti, solo ora che nella nostra casa è calato un silenzio quasi irreale, mi accorgo che tu davvero non ci sei.
Seduto alla mia scrivania, come tutte le sere, ho l'orecchio teso all'acciottolio delle stoviglie che rimettevi in ordine dopo cena ma non arriva nessun rumore dalla cucina e tace il televisore che ti faceva compagnia. ......non io. Sei stata amorevole e paziente, quante cose hai sopportato per amor mio, di quante premure sono stato oggetto mai ricambiandoti in eguale misura, come se tutto fosse dovuto a me, il distinto professore di filosofia del quale menavi vanto ed eri tanto orgogliosa!
- Zitti, bambini, papà sta studiando, domani ha quattro ore di lezione, non fate chiasso -
Così li ammonivi, con tanta dolcezza ma col tono di chi non ammette replica e disobbedienza perché <il professore è il professore e non va disturbato>. Il cuore mi si fa piccolo, stretto nella morsa dei sensi di colpa. Quanto ho preteso da te, quanto tutti abbiamo preteso da te senza mai un grazie, un dono o soltanto una carezza!
Non ti ho scelto per amore ma per egoismo; sentivo il bisogno di una famiglia mia, volevo essere accudito, mi piaceva che una donna si prendesse cura di me e si accollasse tutte le incombenze che impone il tran tran quotidiano. Quando ti ho conosciuta mi sei apparsa subito quella adatta, virtuosa, laboriosa, versata per i lavori domestici come le donne del buon tempo antico e ,per di più, di aspetto piacente.
Meritavi di più. Non sono stato un buon marito, ne sono consapevole. Ho il solo merito di non averti mai tradito ma non per rispetto e considerazione nei tuoi riguardi bensì per aver sempre ritenuto Elena il mio unico insostituibile amore. Sì, Elena c'è stata prima e anche dopo di te; ed ora sento insinuarsi in me il rammarico per aver stupidamente tenuto in vita una passione senza storia, per aver dato tanto peso a un sogno che mi ha impedito di vivere in pienezza ciò che la vita mi offriva. Giuliana, potrai perdonarmi? Mi ferisce il ricordo dei tuoi begli occhi neri spesso malinconici forse per qualche aspettativa delusa, un dialogo bruscamente interrotto, una indifferenza esibita da parte mia con troppa superficialità, per la tua femminilità sottovalutata e ignorata.
In un lampo improvviso della memoria mi si fa innanzi l'immagine di te che mi distogli dalle mie "sudate carte " per farmi ammirare un abitino estivo che indossavi con tanta grazia. Invece appena uno sguardo e un breve laconico commento: va bene. Brucia dentro di me il ricordo e sento forte il desiderio impossibile che tu mi stia dinanzi per abbracciarti, per baciare il tuo viso deluso.
Cocente una lacrima scende a bagnare il foglio che ho dinanzi .......ma è inutile piangere, inutile quanto inevitabile e doloroso rimpiangere.




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Opera scritta il 06/05/2017 - 17:55
Da Aurelia Strada
Letta n.1406 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Ecco...mi pareva di averla letta...è passato quasi un mese ma mi è tornata alla mente. beh, ora il commento è dovuto al giusto riconoscimento. Sei brava e meriti questo premio, per quel che conta, ovviamente. Mi pare che anche se alcuni bravi scrittori hanno lasciato il sito ci sia comunque un pregevole gruppo che si diletta in Narrativa, qui su O.S.Ciaociao.

Spartaco Messina 08/06/2017 - 13:22

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Bella poesia e magistrale accostamento con un racconto convincente, pulito, ben scritto, assai realista, quasi verista direi. Insomma tutto l'insieme mi è piaciuto molto. 5* ciaociao

Spartaco Messina 11/05/2017 - 16:04

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Grazie anche a te ,Loris per il tuo intervento giuntomi, come sempre, molto gradito. Buona serata. Aurelia

Aurelia Strada 07/05/2017 - 18:31

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Molto bello. Ottima l'ispirazione.
Come sempre molto brava.
Saluti Aurelia.

Loris Marcato 07/05/2017 - 18:12

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Vi ringrazio tutti per i gratificanti, apprezzati commenti. Affettuosamente Aurelia

Aurelia Strada 06/05/2017 - 23:05

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Brava, Aurelia.Mi piace leggere i tuoi racconti, che descrivono sempre scene di vita vera, anche se spesso, triste.

Teresa Peluso 06/05/2017 - 21:12

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wow
Aurelia
un racconto magistrale e tristissimo...
molto spesso ci rendiamo conto troppo tardi di quanta fortuna e grazia abbiamo avuto...
bellissimo

laisa azzurra 06/05/2017 - 19:45

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Bellissimo racconto ispirato dalla poesia che Montale dedicò alla moglie dopo la morte di lei.

Giulia Bellucci 06/05/2017 - 19:33

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per ridere.... hai scelto montale bella scrittura

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 06/05/2017 - 19:05

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