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IL SOGNO DI UN VISIONARIO

L'oscurità scende, lo spazio infinito,
scompare il tuo mondo, come d'incanto,
l'effimero tempo svanisce sperduto,
come un vagabondo sei rintontito.


E vaghi tra campi mai calpestati,
rimembri gli inverni, gli autunni, le estati,
un mondo diverso si para di fronte,
ti vedi sbiadito ai piedi di un monte.


E' sogno o realtà, che pianeta sarà?
Una galassia neonata ai piedi di un tram?
Un sole radioso che gioca col tempo,
ti scopri neonato di nuovo, fuggendo.


L'onirico ti si presenta davanti,
gli esseri anomali qui sono tanti,
il parallelismo un po' ti spaventa,
non è la realtà in cui vivi, più, questa.


Se un po' ti sgomenta, un po' anche ti alletta,
quest'essere vivo in modo diverso,
ti guardi qui intorno e non vuoi faticare
a credere che non è più il tuo dovere.


E incontri persone sparite da un po',
ti parlano o ridono? Io non lo so!
E cerchi invano di riabbracciarle,
spariscono in fretta se tir isvegli.


E un senso di mistero ti prende,
puoi urlare, scappare: non servirà a niente,
se vuoi viverla ancora intensamente
lascia la ragione: lì non vale niente!


La morte è un sogno, e lo è anche la stessa vita.




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Opera scritta il 30/11/2010 - 18:12
Da Manuel Miranda
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