Aprì gli occhi di scatto. Il sonno si dissolse in un lampo. Era sudato, e tremava. Scattò a sedere sul letto. La stanza era ancora immersa nel buio, ma non avrebbe acceso la luce. Certe ombre non si dissolvevano, e quella particolare ombra, apparteneva proprio a quella categoria. Si passò una mano nei capelli, con fare nervoso. Perché proprio ora? Era un buon poliziotto. Bravo nel suo mestiere, ma nel suo passato c'era un segreto. Un'ombra. Il ricordo di una persona, che non era riuscito a salvare, una giovane donna, incontrata nei suoi primi anni, in polizia. Chiuse e riaprì gli occhi. Un lampo gli scattò nel cervello. Ecco, perché la donna, incontrata dal medico, gli era famigliare, somigliava in modo sconcertante, a quella ragazza. Ma non era possibile. Sospirò. Nell'ultima indagine, era stato ferito alla gamba, e al braccio, e dopo un intervento, era in riabilitazione. Che lo stress lo stesse facendo impazzire? Doveva vederci chiaro.
Quel lunedì, era in anticipo, di un'ora. Voleva andare in fondo a quella storia, doveva capire se era un allucinazione, o se c'era una spiegazione logica. Sedette al bar, di modo di avere il portone del medico di fronte, e si mise ad aspettare, finché non la vide, uscire dal portone accanto. Salutò una persona, percorse velocemente, la strada, e poi sparì alla vista. Si alzò, e attraversò. Ma sapeva già che per tutto il tempo avrebbe pensato a lei, e a cosa fare.
Una settimana di indagini, l'aveva portato a scoprire, che quella donna, aveva una figlia, che all'epoca aveva dodici anni. E i conti tornavano. Cosa doveva fare ora? Forse nulla, ma quella donna, lo incuriosiva, e forse, chissà, conoscendola, parlandole, avrebbe trovato il modo di riconciliarsi col passato. Ma era rischioso. Intanto, s'incamminò verso lo studio del medico, sovrappensiero.
<<Mi scusi. Non l'ho vista!>> Disse la donna.
<<Mi scusi lei. Pensavo ad altro.>> Si erano scontrati.
<<Non si preoccupi. >> La donna stava per andare via, e lui sentì di doverla fermare.
<<Posso offrirle un caffè, per farmi perdonare?>> Lei, lo guardò, un po' sospettosa, ma poi sorrise.
<<Perché no.>> E insieme s'incamminarono verso il bar.
Ormai, aspettava il lunedì con ansia, e non certo per la seduta di fisioterapia, ma perché lei era entrata nella sua vita. Le aveva raccontato la verità al loro terzo incontro, il rischio di perderla era stato alto, ma lui se ne era già innamorato, e sapeva che non avrebbe potuto mentirle.
Ma non era stato, così. E quel doloroso passato, che per uno strano gioco del destino, avevano in comune, almeno in parte, era divenuto, il solido mattone sul quale costruire il loro futuro, perché a volte, anche dalle ombre, può scaturire un po' di luce.

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