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Giugno

Ecco, maturo è il grano
ha le spighe tutte d’oro.
Se si guarda da lontano
(non si pente del lavoro)
quando spira un po' di vento
or più forte or più lento
esso ondeggia come il mare.


In mezzo a questo mare
c’è una quercia secolare
che sfiora il cielo azzurro.
Sui suoi rami tanti uccelli
vi hanno costruito i nidi
che per essi sono castelli.


Sulla siepe ci son frutti
e dell’acqua giù nel fosso
c’è da bere e da mangiare
per gli uccelli, per restare
ma il padrone è disperato
perchè guarda i farabutti
e non sa più che cosa fare.


Si rassegna il poveruomo
mentre in mano stringe un pomo
ei ha fatto il suo lavoro
ma il raccolto è in mano loro
poi pregando ringrazia Dio;
pensa: mangian loro, mangio io.




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Opera scritta il 18/09/2014 - 21:47
Da Mario Bruno Ciancia
Letta n.1514 volte.
Voto:
su 9 votanti


Commenti


Una poesia profumata d'estate!! Eccellente fotografia, apprezzatissima!! Buona serata,

Chiara B. 19/09/2014 - 18:20

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Musica in versi di talento. Sempre grande!
Ciao
Aurelio

Aurelio Zucchi 19/09/2014 - 16:45

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Tutta la poesia è intrisa di natura.
Molto piaciuta la chiusa.
Bravo!!!
saluti. Romualdo

Romualdo Guida 19/09/2014 - 15:38

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È simile al Cantico delle Creature di San Francesco. La natura non è solo per l'uomo, ma per tutti gli essere viventi della Terra. Bravo! Un saluto!

Giuseppe Vita 19/09/2014 - 08:23

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Ma resterà qualche briciola d'amore???

Auro Lezzi 19/09/2014 - 07:43

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Conosco benissimo questo problema,sai ho un giardino con degli alberi di ciliegio e ne mangiano più gli uccelli che io..Ciao Mario

Anna Rossi 19/09/2014 - 04:56

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Povero padrone :( eppure gli uccelli non han colpa, solo fame.
Interessante questa tua, molto gradevole alla lettura. Sempre sensibile, Mario, bravo!!!
Serena notte, Marina

Marina Assanti 19/09/2014 - 01:03

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COMPLIMENTI la tua opera è musicale,bella,non tanto per il padrone che vede il suo raccolto distrutto,qualcosa rimarrà anche per lui,
DIO vede e provvede,ti auguro una serena notte MARIO

genoveffa 2 frau 19/09/2014 - 00:31

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