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L'ombelico del quietista

Che stai facendo?
Perché mi osservi mentre leggo e scrivo
concentrata, quasi immobile, ormai perduta
alla ricerca dei miei guai tradotti in linguaggi e sono tanti, troppi.
Non ti porterò nulla, come sempre, sul vassoio
quello d'argento apparecchiato per me
sul tavolo grande del salotto buono
non lo farò perché sei sordo
al discorso della mia anima
se non ti piace lo inchiodi disonesto.
Non credo possa udirlo ancora limpido
così come fu all'origine.
Ti trastulli allo specchio
che riflette la condizione di peccatore
questo è un luogo comune
se tutti siamo peccatori agli occhi di dio
solo lui ti spoglierà dell'orgoglio
del potere delle passioni
ti metterà in salvo nella consapevolezza del suo amore.
Bello, tranquillizzante
questo impastare ricette di salvezza
per il genere umano
ti assolve facilmente e lo rifà
con la promessa del prossimo peccato.
Ma, se pensi a me come al tuo prossimo
non senti una fitta di rancore, un tizzone che brucia?
Come ti risolvi allora:
mi spegnerai con nuova acqua
mi ignorerai
mi inseguirai facendomi del male
come ritornerà composta la tua coscienza quando
di sfuggita scorgerai un mio riflesso
senza provocazione e non una folgorazione?
Questo e non altro ti chiedo
e mentre mi osservi
tra i begardi e le beghine
metto a seccare i tuoi piccoli fiori
Tra due fogli di carta.


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Poesia scritta il 05/07/2020 - 19:05
Da Manù Cora
Letta n.944 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Splendida la chiusa

Mirko D. Mastro(Poeta) 06/07/2020 - 10:27

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