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Secondo big bang

Vorrei vedere in quanti,
in quanti capirete
quando l'ultima bomba
vi esploderà davanti:


è il vostro orecchio; udite
solo il vostro capriccio?
Di boria la nutrite,
d'odio; è la vostra pancia.


Più comoda la nebbia
del Sole; è il vostro sguardo.
È anche la vostra mano
che si levò in ritardo.


Forse non sarò qui
o avrò la prima fila:
anch'io mi abbuffo ingordo
nel molle mezzodì:


percorro a passo storto
un solco radioattivo.
Più comodo da morto
o complice da vivo?




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Poesia scritta il 26/01/2015 - 19:12
Da Alessandro Sivieri
Letta n.1113 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Si è sempre complici di ciò che nuoce quando ne siamo consapevoli,solo che quando lo scopriamo siamo già o quasi morti eccellente

genoveffa 2 frau 27/01/2015 - 19:28

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Dai tuoi interrogativi... una risposta a quanti cercano rettitudine... Quartine superlative per tecnica poetica et osservazione indicata. Felice giornata.

Rocco Michele LETTINI 27/01/2015 - 09:27

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Credo che prima d'essere comodi, da morti, a percorrere quel solco, si ha una bella dose di responsabilità, da vivi. Ma non c'è da star molto allegri, perché, da vivi, è un percorso molto breve. Veramente profonda e attuale.

Salvatore Linguanti 26/01/2015 - 22:59

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