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Storia di un ragazzo del nuovo millennio

Mi son tolto le vesti di Dio
da buon ribelle quale sono.
Son rimasto solo, con il torace
consunto dal freddo.
Mi son tolto le vesti di dio
da buon conformista e ipocrita quale sono.
Erano vesti diafane e leggiere,
come un velo di lacrima su un occhio scuro
e livido, erano vesti fuori moda,
da abbinare alla pelle olivastra e rassegnata.
Mi son spogliato, ed ho
vagato per il mio pensiero, ho battuto
come una puttana
tutte le strade della felicità.
Ho viaggiato su mari di violenza,
spumosi e verdognoli. Ho letto
le strane parole della pioggia
sulle rocce. Ho bevuto fino a vomitare.
Ho ucciso me stesso.
Ho visto una strana e bellissima
donna, aveva al posto del viso
un cratere di sangue e lava.
Solcava la sabbia
e creava ruscelli: l'ho lasciata lì.
Ho visto l'infelicità degli assassini
riflessa nei miei occhi.


Ora vado, fra le sfumature
azzurre e violette dell'aurora,
in cerca d'un Volto
in tutta quest'Esistenza.




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Poesia scritta il 28/06/2016 - 17:40
Da Antonio Rossi
Letta n.1075 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


SAGGIO ET ACUTO VERSEGGIO COSTRUTTO DILIGENTE PENSIERO POETICO.
LIETA GIORNATA ANTONIO.
*****

Rocco Michele LETTINI 29/06/2016 - 04:55

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devo dire apparte la veste di Dio è una splendida poesia bravo 5*

POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 28/06/2016 - 18:56

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