mi sono messo a seguire un cerbiatto,
filava dritto e io incespicavo nel fogliame,
ma non l’ho perso di vista.
Col cannocchiale potevo ammirarne il pelo liscio e splendente,
il muso sbarazzino, le gambe esili.
Per un momento mi ha ricordato te,
così imbelle e fragile, come sottile e caduca.
Sarà per questo che ho continuato a seguirlo,
senza farmi scorgere,
nonostante la brina della prima mattina mi macchiasse il bavero.
Ho pensato a quanto eri bella ieri sera,
nei tuoi vestiti succinti e nella tua sguaiataggine,
nel tuo candido dire di sì e nel tuo negare.
Saliva un poco la sottana e mi mostrava le cosce nude,
ho pensato a quanto ero fortunato ad averti.
Intanto il cerbiatto ha preso una certa distanza,
sarà che è abituato a correre nei boschi, certo più di me
e io ho cercato di stargli dietro ma inutilmente
e l’ho perso di vista.
Sono contento di essere tornato da te, a mani vuote,
ma ora sono vicino a te e nulla importa più,
il cielo che vacilla nelle prime ore del tramonto,
la montagna che pungola le nuvole spesse.
Ancora un algido soffio di vento,
quello che viene giù dal vallone
e ancora un bacio sulle tue labbra umide,
sono ancora innamorato di te.
Poesia scritta il 22/11/2017 - 14:05Voto: | su 7 votanti |
Buona serata!
Eugenia Toschi
23/11/2017 - 18:29 
donato mineccia
23/11/2017 - 11:18 Complimenti

Grazia Giuliani
22/11/2017 - 20:28 Dolce e delicata
Come quel cerbiatto
..come la chiusa...sublime

laisa azzurra
22/11/2017 - 20:25 
Teresa Peluso
22/11/2017 - 20:15

mirella narducci
22/11/2017 - 19:09 Complimenti

PAOLA SALZANO
22/11/2017 - 18:36 
GIANCARLO POETA DELL'AMORE
22/11/2017 - 18:17
Paolo Ciraolo
22/11/2017 - 17:26



