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A lei che persi per sempre

Fu tenuta in grembo dal cuore del mondo,
dove nacque e germogliò.
Ricevette il nome di un delicato velo
in grado di galleggiare nel profondo dolore,
senza affondare.
Una pelle delicata,
bianca
ingenua
viva
Libera.
Reincarnata dall'anima di un bambino ricoperto ancora d'argilla calda
come le sue labbra desiose di una forza giovane;
piene di paura di un futuro incerto,
angoscie di un crudele passato e lacrime fradicie
di un vuoto incommensurabile.
Pianse,
rise.
Spense
il sentiero che conduce al cuore del mondo suo
avvolta da un tormento,ma cosciente di una risata
immortale e un po' maliziosa.


Mi manca...
Rincorse un perché infinito
rimanendo immobile,
accompagnata da domande
sorte dal rifiuto del vero
inguardabile.
Struggente identità
bruciata
pur di non incolparsi di colpe
che recano dolo ad altri,
pur di non perderli.
Scrivo consapevole
dell'impossibilità espressiva delle immagini
impresse come emozioni infrangibili.
Candido astro ignaro dell'universo
dei suoi occhi.
Rimpiango la notte in cui cadono le stelle
e gli specchi si frantumano;
Dove sorge il genere umano.


Un rumore isolato strizza gli occhi e urla
assordando ossa scheletriche;
scuotendo un presente privo
di sorrisi complici,
umide gocce avvolte da un corpo
infreddolito,
celia delle nostre verità.
Monotona solitudine,
consolami anche quest'oggi
di quel nome,
sfondo della mia vita.




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Poesia scritta il 07/12/2017 - 00:06
Da Francesco Rossi S.
Letta n.1264 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Particolare e molto bella la chiusa...bravo

margherita pisano 07/12/2017 - 21:56

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