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DISEGNAVO CHITARRE ELETTRICHE

Disegnavo chitarre elettriche
dalle forme stravaganti
e teste dalle chiome fluenti,
nei quaderni del liceo,
tra un’ode di Orazio
e un problema di trigonometria,
tappezzandoli qua e là di scritti autobiografici
e considerazioni filosofiche di portata epocale.
Osservavo Anna con attenzione,
sempre puntuale,in ordine,vivace,
con qualche piglio polemico
che la rendeva più attraente
ai miei occhi.
Quando mi prestava i suoi appunti di latino
sempre corretti e in buona grafia,
con quegli scritti tra le mani
mi pareva di possedere di lei,
in segreto,
i suoi sentimenti più intimi.
Sbirciavo tra le sue gambe accavallate
fasciate da calze di nylon,
se ero fortunato,
fino al bagliore metallico dei reggicalze
che apriva al candore della pelle nuda.
Rivedo la sua firma,a volte,
in calce a referti radiografici
e termini medici e cervellotiche sigle
stampati in buon italiano e senza errori.
E il mio pensiero
va a quegli appunti di latino del liceo,
e a quel suo accavallare nervoso di gambe
fino al bagliore metallico dei reggicalze,
ormai reperibili solo in negozi specializzati
e nelle fantasie di un passato lontano,….
………. e inarrivabile.



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Poesia scritta il 17/12/2018 - 14:22
Da GIUSEPPE CIRCELLI
Letta n.1109 volte.
Voto:
su 0 votanti


Commenti


grazie Antonio

GIUSEPPE CIRCELLI 19/12/2018 - 15:49

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Bella poesia originale.

Antonio Girardi 17/12/2018 - 16:34

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