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Ora et labora

A quando
il fare operoso dello scibile
impilerà
nel caldano ardente del castigo
tutto il male del mondo
e ne farà una gran fiamma?


Il senno andò in frantumi
in quell’impatto immane
ed il verbo
asceso al trono
non fu più convenzionale
dai giorni di caino


La tempesta
si spostò lungo il confine
dove le tenebre e la luce
si contendono la sfida
dove un cuore che si schiude
rischia di essere infilzato.


Scoppieranno ancora tante ogive
e chissà
quante grida di dolore si udiranno
nel bagliore della notte
prima che un Suo gesto ottunda
gli angoli acuti del peccato
con la flemma e con la fiamma
in ragione della Sua grandezza.




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Poesia scritta il 12/12/2023 - 18:21
Da Francesco Scolaro
Letta n.541 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Una poesia molto intensa e profonda. Mi piace il tuo stile e il tuo uso delle immagini

MARIA ANGELA CAROSIA 16/12/2023 - 17:10

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Riflessioni profonde e giuste. Mi piacerebbe rispondere alla tua prima strofa...Complimenti per la tua sensibile umanità. Un saluto.

santa scardino 14/12/2023 - 14:41

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Scrivi sempre originale, complimenti

Mary L 12/12/2023 - 21:09

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Strazianti grida di dolore escono dai tuoi righi, scritto in una maniera tua originale, che mi piace tanto!!

Anna Cenni 12/12/2023 - 20:14

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Bravo Francesco sei sempre super.

Zio Frank Storie del gufo 12/12/2023 - 19:55

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