Frastuoni assordanti
espropriano del silenzio la notte
spargendo qua e là
fiotti d’insana follia
la cui massa d’ardita insolenza
evolve e s’impila
sulla catasta dei giorni:
ricettacolo
di egocentrica modernità.
espropriano del silenzio la notte
spargendo qua e là
fiotti d’insana follia
la cui massa d’ardita insolenza
evolve e s’impila
sulla catasta dei giorni:
ricettacolo
di egocentrica modernità.
Vessato
dal frullio di corde stonate
mi pongo all’apogeo
sopra un ceppo immaginario
donde mirar oltre ogni limite
tra fonemi di soffici venti
proclivi a serbare
le foglie ingiallite d’autunno
la cui ombra indorata
propaga l’ambita quiete.
Poesia scritta il 10/05/2024 - 09:47
Letta n.135 volte.
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Commenti
Piaciuta, complimenti
Mary L 13/05/2024 - 21:42
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Mi è piaciuta molto. Complimenti di cuore
MARIA ANGELA CAROSIA 10/05/2024 - 18:41
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Degno di un Leopardi!! Complimenti.
Anna Cenni 10/05/2024 - 13:33
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