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Il viso smunto, la barba incolta
gli occhi persi nei suoi pensieri
che trasportava come lamento
sulle note sgranate
di una musica triste.


Nel suo respiro l’asprezza del mare
nel suo sentire il pianto del vento
nel suo spartito i peccati del mondo.


Una fredda mattina,
sulla banchina,
il suono del sax non si udì
nell’aria rimase soltanto il guaito
dell’unico amico che d’inedia morì.




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Poesia scritta il 27/04/2025 - 10:02
Da Francesco Scolaro
Letta n.327 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Un argomento molto reale e per questo toccante.Bravissimo come sempre.

santa scardino 30/04/2025 - 15:33

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FRANCESCO...Struggente e tanto vera....una piaga del mondo la povertà descritta in quest'uomo con una delicata e velata tristezza. Sei bravissimo

mirella narducci 29/04/2025 - 13:18

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Sempre bravo Francesco. Il mondo degli invisibili, una piaga o forse un mondo a se! Complimenti

Margherita Pisano 28/04/2025 - 15:24

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Coinvolge molto questo testo, arriva dritto al cuore. Non passa, inosservato

MARIA ANGELA CAROSIA 27/04/2025 - 13:23

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