RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



a chi fu

Da sola sul tetto del mondo
s'accasciano le parole
ed è subito giorno
si levano i pensieri e mi s'aggirano intorno
la vita e
la morte
nera come la pece,silente come la sorte
s'aggira attorno a me
ed è subito la notte.
M'avvolge
ed io inerme
travolta
e tu come lancia trafiggi
tutta d'una volta
immobile
impetuosa
è la vita che va storta
e s'io continuo ritto
t'aggrappi a me e anch'io
trafitto.
La vita d'un uomo
che in pezzi cosparge
la terra d'una specie
che a carponi raccoglie
quei pezzi
che lungi dall'esser qualcosa
presuntuosi si dicono
niente
e quell'uomo i cui pezzi si fanno terreno
non può dirsi libero
ma torbido e
silente
rumoroso
e poi il niente.
la morte lo consuma
era uomo ora è fortuna
la fortuna di chi
può dirsi libero
se non deve dirsi di
figlio di terra,madre d'infante
uomo d'affari
donna importante
figlio dell'affrica o d'una terra asciutta
cosparso d'onori o con la nave in rotta.
Ora è senza una meta
O figlio di silenzio... (continua)

Ludovica Gabbiani 04/06/2017 - 08:51
commenti 1 - Numero letture:990

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L\'evasione

Ei
Immoto rimase,
nell'incessante corsa
d'un mondo che non s'accorse
del docile accasciarsi
di gambe stanche
dell'irruente serrarsi
d'occhi diversi
e lo sguardo altrove
basso,l'abisso
controvento
ove il sole
non sorse mai;
Ove quel giorno,
stanco
m'accasciai;
E seppi udire
lancette correre
e che docile quel vociare
persone mai stanche di dirsi
mai stanche,
d'andare.
Volli fermarmi
e immobile,
immota la terra sottomquelle gambe
tremulanti,
in mezzo alla mobilità d'un mondo
ove il bujo più profondo
è oscurato dalla luce
d'una consuetudine,
O sorgente
una foce,
ove la gente quando stanca
può riposarsi
e sotto lo sgorgar dell'acque
quel viso stanco,
con le lacrime sue
sciaquarsi;
Non seppi mai bene
ove fu quella fonte,
ed in che direzione andare.
Seppi solo poi fermare
un'assurdo giro immenso
per le anime più scure,
col blu,col cielo
quell'azzuro denso e intenso
e quante volte mi son perso
aggrappato all'ali
dell'uccello
e alto
in alto,vo... (continua)

Ludovica Gabbiani 24/10/2017 - 22:31
commenti 0 - Numero letture:918

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Seppi andare e inciampai nell'amore.

In quel grigiore , cielo plumbeo , seppi stranamente udire , nonostante l'incessante scappare via della pioggia, l'amore.
E fu nel cangiante intrecciarsi del grigio e poi rosso e finalmente azzurro che,
trovai la sfumatura della mia vita.
Una notte,un cielo senza stelle,e un'immensa luce.
Irrilevante la stagione e il cadere delle foglie e i fari del lontano carovan che vicini parevano trascinarmi a sè.
Inerme,immobile,stasi divina davanti ad un mondo in ritardo.
E la frescura mi accarezzava i capelli,ormai grigi e sporchi,sudici,del tanto tempo che mi separava dalla giovinezza.
Immensi percorsi si sono intrecciati nella mia vita attraversati dalle molteplici figure dell'uomo,
da cui strappavo i pezzi che più mi piacevano per ricucirli addosso a me.
Bambola di pezza;
seppi essere tante cose e con un'attitudine quasi camaleontica riuscì a sfuggire a tanti pericoli e tante strade non percorsi.
Seppi apprezzare l'intensità del silenzio e il rumore incessante dell'immobilità.
Su... (continua)

Ludovica Gabbiani 01/11/2017 - 19:32
commenti 1 - Numero letture:890

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L''orizzonte

Approdai
e la terra
disse di me come figlio di guerra
sotto il giogo del mondo mi ritrovai
dalle parole trafitto
dalla speranza fui retto
e
di quell'uomo che dicono
figlio di sogni
fuggito da un Affrica dai pochi guadagni
dalle terre bruciate dal sole
da una lente che la guarda
mentre muore
Quella terra di cui dite
bruciata
travolta
madre d'armi e di rivolta
fu la madre dei miei figli
che io jeri dissi fratelli
ch'io oggi vedo sui muri
nel sangue sparso
nel rullo dei tamburi
della musica d'una terra
ch'accompagna quelle anime
i figli di questa stessa terra
che voi chiamate vostra
ch'io vedo giostra.
E questo giogo ch'io chiamo salvezza
all'approdar della nave non mi da vittoria
nè fa di voi vinti.

e la tenerezza
sui vostri volti spenti
E questa terra di cui dicevo salvezza
si fa selva oscura
ed è la tristezza
D'un uomo che fu
e che del mondo figlio non si sente più
E il cielo che mi guarda
il vento che m'osserva
il mare ch'io bevo
la vita... (continua)


Ludovica Gabbiani 07/06/2017 - 17:04
commenti 2 - Numero letture:964

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La socio-comodità dei melanconici.

Ci sentiamo solo
Tutti un po' più soli.
Non guardate ai tempi andati con malinconia e dolore
Se invece di raccontarlo alla vicina o all'amica del cuore , di quel ragazzo che ci ha tradito o della mamma che non si sopporta più , lo scriviamo su Facebook.
Non chiamateci esibizionisti se
Postiamo una fotografia e cerchiamo di correggere le nostre imperfezioni più latenti e nascoste
Invece di toccarle con mano , appenderle al muro o sorridere mentre le sistemiamo in tanti album dalle copertine fuori moda , sorridendo dei difetti più che delle foto meglio riuscite.
Perdonateci se a volte ci spogliamo dei nostri valori e anche un po' dei nostri vestiti per indossare i complimenti altrui.
Non urlate ai vostri bimbi se passano troppo tempo davanti ad un cellulare, ad un tablet.
Loro non smettevano di piangere e il tempo oggi sembra davvero troppo poco per sprecarlo a leggere una favola.
Abbiate clemenza.
Siate comprensivi se vomitiamo sui social tutti i nostri dolori piuttosto che... (continua)

Ludovica Gabbiani 02/07/2018 - 16:45
commenti 2 - Numero letture:947

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