RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
Non sapevi del buio Non sai delle carezze al buio quando dormivi; tra le parole i tuoi sguardi, nelle poesie.
Non potevi sapere che sono della stessa materia delle nubi i miei pensieri, quando il cielo appoggia sugli alberi le lacrime. E non avresti saputo della pioggia nei miei occhi se non avessi aperta, inaspettata, la porta. Del vuoto che hai lasciato dentro ai fogli chiudendo dietro di te la porta, di quello non saprai.
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Cosse Davanti al pasto sul fuoco per la cena l’acqua della pasta che esce dal tegame lascia la delusione che tra tutte più brucia, di loro alcuno gli aveva promesso nulla.
Sulla tavola approntata per due serve il pasto frugale alla bugia che si era raccontato, mentendo ancora a se stesso
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vetrocamera La pioggia sulla finestra
della camera da letto grima il vetro come mano pertinace, in sé biliosa verso la carta sulla scrivania al davanzale. Due occhi osservano. La penna si avvicina al margine più lontano quando si specchia nel blocco dello scrittore. Due occhi annegano. Sulla pioggia insistente del graffio alla stanza, nella pagina bianca. Il foglio non potrà che cercare di sopravvivere. Agli occhi dell'autore.
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Lume di naso Non aveva mai superato i suoi abbandoni.
Eppure era stato un bambino come gli altri, un ragazzo comune. Un uomo normale. Ma in fondo, normale non significa niente. Spesse volte si sentiva soffiare addosso da presenze (le chiamava angoscia e ansia) che invertivano la direzione dei pensieri a seconda… di cosa non lo capiva. Come i venti monsonici della terra del poeta bengalese Rabindranath Tagore. ![]() ![]() ![]()
Ancorato allo chapiteau Il clown stava lì dove era sempre, sull’odore di vecchia segatura e fili di zucchero fuso alla tomaia delle scarpe che aveva cucite la sua Mara.
Le luci intermittenti sospese rischiaravano il cuoio e la gomma; e sulla suola un pianto che era la sola cosa ancora sua. Lui che aveva dispensato risa per tutta la vita dietro la lacrima sul cerone. Col dito strisciava il caramello rappreso al telone lacero, lui che non sorrideva mai su tutto ma nonostante tutto. La bocca del cannone non custodiva da anni la sua Mara e il sorriso del trucco non gli aveva mai levato il dolore. Smise di tenere aperti gli occhi domandandosi se le funi dei trapezi potessero raggiungere il cielo.
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