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Cap 3. Una notizia terribile ( Tratto dalla mia storia ANASTASIA, La Donna In Nero)

Ormai era da più di mezz'ora che il docente spiegava, e devo dire senza tralasciare anche il più piccolo dettaglio, le basi della pittura, elencandoci le fonti e i testi necessari da studiare e, in caso io avessi perso qualche particolare avrei potuto sentire la registrazione una volta tornato in appartamento. Avevo anche attivato la modalità silenziosa, in modo da non distrubare nessuno.


Quelle precauzioni servirono per davvero, infatti all'improvviso mi arrivò una notifica e così riaccesi il telefono e ingrandii lo schermo con le dita, e notai che quella stessa notifica altro non era che una notizia dell'ultim'ora impressa sul Corriere della Sera.


In un primo momento la ignorai, non volevo assolutamente distrarmi, così rimisi il cellulare sul tavolo ponendolo in stand-by e ripresi la mia penna stilografica Dupont per tornare ad appuntare sul quaderno tutte le informazioni a me necessarie sul corso di pittura.


Ma il destino non aveva ancora finito di pressare su di me e sulla mia curiosità tenuta a freno dalla mia attenzione. Dopo soli cinque minuti, il professore udì delle vibrazioni telefoniche provenienti dalla tasca superiore destra della sua camicia a quadretti, interrompendo lezione. Per rispondere alla chiamata, si allontanò dall'aula.


Sbuffai malinconicamente, cercando però di mantenere intatta la mia pazienza nell'attendere la fine della chiamata. Tuttavia, dopo altri cinque minuti, lui non aveva ancora terminato e metà della classe, notai, si era già distratta e io ne facevo parte, così posai delicatamente la mia penna stilografica sul tavolo e, dopo averlo cercato nella tasca sinistra dei miei pantaloni, riaccesi il telefono e puntai il mio sguardo sull'avviso di notifica. Cliccai sopra e questo si ingrandii, mostrandomi il contenuto.


Il seguente annuncio era stato pubblicato circa due ore prima. Ne lessi il titolo scritto a caratteri cubitali:


 
TROVATO MORTO, ALLE CINQUE DEL MATTINO, NELLA SUA LUSSUOSA VILLA, IL FAMOSO BANCHIERE DELLA VADUZ BANK, KOSTANTINE WEBER.


 
Incuriosito, continuai a leggere risistemandomi gli occhiali:


 
"Il famoso banchiere Kostantine Weber, direttore della Vaduz Bank, una delle principali compagnie bancarie presenti nella capitale del Lienchtenstein, alle ore cinque del mattino è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione ad Arcore dalle sue guardie del corpo postate nel retro.


Il signor Weber, venuto in Italia per trattare di affari, questa mattina avrebbe dovuto recarsi in centro a Milano per discutere di importanti trattative di acquisto di un club sportivo ma dal momento che il suo autista privato non aveva ricevuto ordini e non rispondeva al telefono, le guardie sono entrate dal cancello e hanno suonato alla porta del loro padrone.


Dopo aver suonato per cinque volte di fila, senza alcuna risposta, convinti che avesse avuto un arresto cardiaco a causa dello stress in quei giorni, le guardie e l'autista hanno sfondato la porta di servizio, dal momento che quella principale era blindata.


Appena sono entrate, le guardie hanno perquisito la casa chiamando più volte il propietario fino a quando, giunti in salotto, lo spettacolo che si è mostrato ai loro occhi per poco non li ha fatti precipitare dall'orrore.


Il banchiere è stato rivenuto, nudo, senza vita e orrendamente mutilato, in posizione supina sul pavimento. Il corpo del banchiere presentava diversi tagli profondi all'addome ed alcuni erano così profondi da espellere una copiosa quantità di sangue venoso; altri tagli sono stati rivenuti sul petto, sulla dita e sulla faccia e la mano destra del malcapitato è stata privata del pollice e del mignolo, ritrovati sotto la spalla, nascosti dalla mole del banchiere


Tuttavia i medici sostengono che, nonostante la profondità delle ferite sul corpo della vittima, il colpo fatale è stata un'altra ferita ma all'altezza del pomo d'Adamo alla gola, facendo sì che morisse soffocato oltre che dissanguato. Il taglio alla gola era talmente profondo che al tentativo di sollevamento da parte dei medici per portarlo in ambulanza e successivamente all'obitorio, la testa si è quasi staccata dal busto.


Secondo a quanto confermato dall'autopsia del corpo della vittima, il decesso sarebbe avvenuto a tarda ora, per la precisione fra l'una e le due di notte ma le guardie hanno chiaramente affermato di non aver udito alcun urlo da parte della vittima e di non aver sentito niente, tuttavia l'autista ha affermato di aver udito uno strano rumore proveniente dalla stanza, simile a una caduta sul pavimento, mentre lui dormiva. Confermato l'alibi delle guardie, dal momento che accanto alla vittima è stato ritrovato un fazzoletto di stoffa su cui sono stati ritrovati campioni di saliva del banchiere. Si pensa sia stato torturato e imbavagliato, prima che l'assassino abbia potuto dargli il colpo finale alla gola.


La villa è stata trovata intatta, ogni cosa era al suo posto e la sua cassaforte non è stata aperta e non è stato rubato niente dalle altre stanza. Si esclude l'ipotesi di un furto o di un suicidio.


Al momento non vi sono sospettati o possibili piste da seguire, l'omicida non ha lasciato nulla che possa sbloccare questo orribile caso. Gli esperti della scientifica continuano a perquisire la casa in cerca di impronte digitali o DNA di un possibile indiziato. "


 
Quella notizia mi lasciò letteralmente senza fiato. Mi colpii con quanta precisione avessero usato per descrivere il modo in cui quel povero banchiere era stato assassinato. Nel momento in cui stetti per cominciare a formulare le mie supposizioni, il professore rientrò in aula.


Saltando la parte che riguardava il passato del banchiere, io spensi il telefono e ripresi la mia penna, e lui ritornò a spiegare.


Io tentai di ascoltare e di non pensare a ciò che avevo appena letto, ma dieci minuti dopo il docente di pittura smise di parlare e di elencare fonti da seguire per fare una cosa che io, sinceramente, detesto quando si fa lezione: cambiò argomento, smise di fare ciò che stava facendo per fermarsi a parlare delle sue opinioni; precisamente enfatizzò anzi evidenzio il fatto di aver incontrato l'autore di uno dei testi e di essere rimasto ammaliato sul suo pensiero riguardante l'arte del dipingere.


Se c'è una cosa che odio per davvero è sentire una persona perdere il filo del discorso, o non concluderlo, per iniziarne un altro e farci inutili giri di parole per lo più con paragoni che non hanno né capo né coda o opinioni che non interessano a nessuno. Non mi sorprese il fatto che metà della classe cominciò a fregarsene per posare la propria attenzione sugli schermi del loro cellulare. Io invece persi del tutto la concentrazione sul suo futile discorso e cominciai a ripensare alla notizia terribile ma allo stesso tempo intrigante che avevo letto qualche minuto fa.


Il giornale che avevo preso prima di entrare, sempre del Corriere della Sera, non parlava assolutamente di questo caso dal momento che era una notizia dell'ultim'ora. Mi resi conto dei particolari inquietanti che avevano descritto, in modo molto chiaro, il brutale omicidio di quel banchiere proveniente dal Liechtenstein, il piccolo regno al confine fra la Svizzera e l'Austria con capitale Vaduz. Ferite profonde, ma non letali la cui unica davvero fatale, che aveva effettivamente portato alla morte il signor Weber, era quella all'altezza del suo pomo d'Adamo e nessuno aveva udito le urla di dolore della vittima probabilmente perché imbavagliato, nessuna traccia di DNA o impronta del carnefice e niente scasso sulla cassaforte o furto di oggetti preziosi. Era chiaro che il movente di tale omicidio non aveva a che fare con un tentato furto, probabilmente il carnefice aveva intenzione di uccidere il banchiere, ma prima lo avrebbe torturato e sicuramente vi era uno scopo per ritardarne la morte e il fatto che le ferite, di sicuro create con uso di corde molto sottili (ad eccezione di quella alla gola), mi fecero pensare che l'assassino oltre che estorcere informazioni dalla sua bocca potesse essere anche un sadico dal momento che si era spinto oltre, avendo amputato dalla mano del banchiere un mignolo e un pollice.


Contando sulle mie capacità di deduzione e sulla mia memoria, ripensai a tutti i dettagli nella notizia e nella mia mente balenò qualcosa che mi fece sobbalzare dallo stupore: questo non era il primo caso in cui sorgevano questi macabri particolari e questi brutali metodi di omicidio... ma era il quinto caso simile di altri quattro precedenti, avvenuti in Italia settentrionale in un arco di tempo di soli due mesi.


Mi sorse il dubbio quando posi a me stesso questa domanda: poteva davvero questo così macabro delitto trovare un possibile collegamento agli altri quattro?


Fu una fortuna che in quel momento mi tornarono in mente quegli orribili casi di omicidio precedenti a quello del banchiere, fu un dettaglio che mi sarebbe stato abbastanza utile. Di cosa sto parlando?


Nell'arco di tempo di soli due mesi, quattro delle più importanti città del Nord Italia, nell'ordine Trieste, Padova, Bolzano e Cuneo erano state le testimoni di altri quattro efferati casi di omicidio ai danni di importanti personalità del campo imprenditoriale e medico.


 


- Il primo, avvenuto nel terzo giorno di luglio di quell'anno, a Trieste, era quello che più di tutti aveva scosso l'opinione pubblica. Un medico piemontese, trasferitosi lì dopo il matrimonio con un'infermiera, era stato ritrovato con le mani legate ad una sedia e una delle due mani, la destra, era stata privata del mignolo e dell'anulare e vi erano orrendi tagli di corde sottili all'addome e alle cosce e una ferita ancora più profonda alla gola; probabilmente quella letale. Il volto della vittima era stato bendato, in modo che non potesse guardare in faccia il suo carnefice.


Gli elementi erano sempre quelli: stessi particolari, stessi metodi di uccisione, stesso arco di tempo, stessa identica storia e senza alcuna prova o indizio che potesse creare almeno un quarto del profilo dell'assassino.


- Il secondo, avvenuto il diciassettesimo giorno di luglio a Padova, fu ancora più orrendo. Stavolta la vittima fu il conduttore televisivo locale Federico Salice. Venne ritrovato nel suo deposito di campagna alle ore quattordici. I carabinieri lo cercavano da due giorni, a seguito dell' appello della propria moglie alle autorità competenti.


Il corpo venne ritrovato in uno stato davvero lugubre, e dubito che un normale cittadino avrebbe potuto resistere alla vista di una scena del genere. Era aperto in due a causa di un taglio profondo che andava dell'addome all'inguine, talmente profondo che si potevano vedere le sue budella, legato con catene ai polsi, nudo e sollevato a mezz'aria.


- Il terzo a Bolzano, avvenuto il secondo giorno di agosto, colpì un imprenditore italo-austriaco di cinquant'anni che si occupava di un'importante azienda alimentare.


Venne ritrovato, dopo tre giorni di ricerca, nella sua casa di montagna, a testa in giù e legato per le caviglie nello scantinato con ferite causate da cinghiate sul busto e sulla schiena. Il punto più macabro di questa vicenda fu il fatto che il suo volto venne sfregiato più di una volta con un coltello molto sottile, talmente irriconoscibile che, se non fosse stato per la voglia di lampone presente sulla schiena, il cadavere non sarebbe stato mai identificato. La causa della morte fu sempre quella ferita finale alla gola.


- L'ultimo dei quatto delitti simili, accaduti nei mesi precedenti all'omicidio del banchiere del Liechtenstein, avvenne il ventinovesimo giorno di agosto a Cuneo e l'ora del decesso era risalente a mezzanotte.


Questa volta, la vittima fu un capitano di polizia rispettato. Venne ritrovato morto, il giorno dopo, dai suoi agenti. Era completamente insanguinato che le analisi confermarono che, stavolta la vittima non era deceduta per il taglio profondissimo alla gola, ma per l'eccessiva quantità di sangue uscito dalle arterie dei polsi, dell'addome di quello che gli restava delle gambe. Cosa voglio dire? La vittima era stata ritrovata in uno stato veramente pietoso e agghiacciante che ancora mi chiedo come abbiano fatto gli agenti a non rimanerne traumatizzati. Probabilmente, l'assassino riuscì ad addormentare il poliziotto con il cloroformio, dopodiché lo avrebbe legato al soffitto con corde sottili e dolorose. Una volta ripreso, sarebbe cominciato l'inferno per lui; il killer, con un grosso coltello ma dalla lama sottilissima e appuntita avrebbe osato torturarlo e, come se non si fosse divertito abbastanza, … gli avrebbe amputato ( senza anestesia), entrambe le gambe. Immagino le urla, ma non sarebbe servito a niente; era un'abitazione isolata ed era anche imbavagliato.


Venne trovata una copiosissima quantità di sangue a terra e neanche un'impronta di scarpe, un omicidio perfetto come tutti gli altri.


Questi erano i quattro casi simili e ora vi era un quinto su cui io potevo concentrare la mia attenzione e ancora non si trovava il colpevole.


Decisi di andare in bagno, la natura mi stava chiamando e inoltre avevo bisogno di pensare a voce alta. E' una mia abitudine parlare da solo, molti pensano che sia da pazzi o che sia un brutto segno, che idiozia; io lo ritengo un ottimo modo di pensare, di rilassarmi e di concentrarmi meglio in ogni situazione, dal momento che ci sono certe volte in cui non riesco a pensare mentalmente.


Dopo essermi accertato che non ci fosse nessuno, io mi dissi – E' chiaro che si tratta dello stesso killer che ha compiuto gli altri quattro omicidi qui in Italia. Si tratta della stessa persona che qualche mese fa ha ucciso quel medico di Torino, peraltro cliente abituale della società di mio nonno ovvero la White Corporation. -


Era un'azienda di fama internazionale specializzata nella vendita e nel commercio di prodotti per estetica ovvero profumi, creme, balsami ed altre cose, fondata da mio nonno. Aveva numerose sedi tra cui la mia città natale New Orleans, ma il suo cuore pulsante era l'Italia. Il medico torinese ucciso dallo stesso killer che aveva freddato il banchiere era stato un grande cliente di mio nonno, così come la terza vittima, un imprenditore veneto.


- Ora che ci penso – mi dissi – Anche la seconda e la quarta vittima sono collegate alla White Corporation, così come il medico e l'imprenditore. Non può essere solo una coincidenza il fatto che sia l'azienda di mio nonno e le prime quattro vittime ne siano collegate. Anche il banchiere del Liechtenstein non è un'eccezione? Per quale motivo questo killer ha ucciso quel banchiere e sopratutto, se è legato alla White Corporation, perché uccide soltanto persone con nomi legate o collegate anche solo in parte a quell'azienda? -


Non ero sicuro del fatto che quel banchiere fosse collegato alla White Corporation, quindi riaprii la notifica e tornai alla notizia che avevo letto qualche minuto fa sul mio cellulare e sbirciai nella parte che avevo saltato, ovvero quella riguardante il passato e le attività del banchiere e la mia teoria venne confermata: il signor Weber era stato uno fra i maggiori finanziatori della White Corporation all'estero, per la precisione in Liechtenstein, in Slovenia, in Austria, Malta, Croazia e San Marino. Oramai era chiaro che ognuno era legato all'azienda e tutti i cinque gli omicidi erano avvenuti allo stesso modo.


La polizia, così come i mass media locali, non avevano fatto attenzione ai collegamenti e di sicuro stavano indagando tutti questi cinque misteri rimasti irrisolti uno alla volta, da considerare un grave errore.


- Sono già avvenuti degli omicidi come questi cinque, ma non in Italia e a distanza di pochi giorni l'un dall'altro. Qua non fa nemmeno accenno all'omicidio di Ginevra o di Nizza, rimasti incompiuti e senza un colpevole. E' chiaro che chi ha commesso questi cinque delitti e questi due all'estero è la stessa persona, e forse la White Corporation c'entra qualcosa. Si collegano a tutto: la brutalità con cui la vittima è stata uccisa, l'arco di tempo, l'ora del decesso, gli strumenti utilizzati per l'esecuzione del delitto e la mancanza completa delle prove. Tutto è chiaro. -


Questi cinque omicidi, uniti a questi due all'estero, erano la sfortunata e macabra sequenza di una lunga lista di delitti che da quasi sei anni aveva posto in allarme la polizia internazionale e l' FBI. Avevo scoperto questo caso quasi un anno prima e, distaccandomi dai ragionamenti della polizia e conducendo un'indagine per conto mio e da indipendente, avevo intuito molte cose: il killer non aveva complici, agiva da solo, era un abitudinario, e seppur molto sveglio era sopratutto sadico. Avevo capito che il fine di estorcere informazioni dalla bocca delle vittime, si univa alla mania del killer di divertirsi torturando le sue vittime con corde molto sottili e coltelli quasi come per odio ma allo stesso tempo per superiorità. Probabilmente, l'esagerazione unita alla precisione tracciava il suo profilo mentale: rancoroso ma attento, furbo, organizzato, sadico, dal carattere anche un po infantile.


Tutto ciò era collegato a una figura tenebrosa, misteriosa ed enigmatica che aveva terrorizzato la comunità internazionale. Una figura nata da questa lunga lista di delitti, e che secondo me poteva benissimo collegarsi ai cinque in Italia, l'unica sospettata e possibile colpevole di tutto ciò e le cui somiglianze perfette di particolari mi portarono a pensare che dietro vi fosse il suo zampino. I mass media, per identificarla le avevano dato un nome. Una sola cosa si sapeva degli omicidi internazionali, a compierli era stata una donna: La Donna in Nero.


 


 




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Racconto scritto il 12/05/2019 - 00:49
Da Claudio Renna
Letta n.893 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Tranquillo Continua così che hai del talento!

Seby Flavio Gulisano 13/05/2019 - 15:37

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C'hai ragione sugli errori, sono di distrazione e modificherò. Per quanto riguarda il suo carattere infantile lo scoprirai in seguito. Spero di non farti più innervosire. Baci

Monsieur Noir 13/05/2019 - 15:12

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Ti segnalo alcune sviste da correggere nel testo: Per poco non "li" ha fatti precipitare. DNA di un possibile "indiziato". Ammagliato-->ammaliato. I carabinieri lo cercano cercavano. Macabro e lugubre sono sinonimi, quindi o li usi in frasi differenti o non ha senso mettere la e di congiunzione. Linguineinguine. Ti dico queste cose perché se vuoi diventare un bravo scrittore devi essere sempre scrupoloso. Gli errori fanno scadere un bel testo, una bella storia, ed è un peccato. Io leggo sempre tutto fino in fondo ma qualcuno al secondo-terzo errore potrebbe innervosirsi e desistere. Verifica sempre le fonti e rileggi attentamente prima di pubblicare, sembra una cosa sciocca ma è la più importante! Per quanto riguarda la trama due appunti precisi. Siccome non c’è il pericolo di essere riconosciuto, di solito un killer non benda la vittima che deve uccidere. Non ho capito il perché del carattere un po’ infantile, da cosa lo deduce? A parte questo, la vicenda mi sta davvero piacendo, ho trovato il terzo capitolo molto intrigante con la descrizione di questi efferati delitti, non vedo l’ora di leggere il seguito fra 5 giorni, chi sarà mai questa Donna in nero?

Seby Flavio Gulisano 13/05/2019 - 15:00

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