Italia mia diletta, e cantarono
Per te poeti, non solo creatura
De' tua mano, ma coloro che amarono
Il tuo calore ed il tuo aspetto
Ammaliatore, ché ad oggi nessuno
Può non inchinarsi al tuo cospetto,
Fonte di fede e divino fumo.
Fosti madre di uomini illustri,
Grandi artisti, potenti imperatori!
Molti onorarono il tuo nome e di lustri
Ti adornarono, e sempre i nostri cuori
Scaldi d'amore, gioie e vanità.
Pugnarono per te impavidi i Mille,
E il generare si vide l'unità,
Ma mai la tua unione emanò scintille
Di giustizia e verità. Corruzione
Domina la tua pur bella terra
E i tetti soccombono, disperazione,
Al gravoso peso di una guerra:
La vasta povertà e scarsa ricchezza,
Allegrezza lieve e prava mestizia,
Copiose lacrime e buia lentezza
Impediscono un' utopica letizia.
Come la grandine devasta un campo
E da esso ancora nulla più cresce,
L' economia nostra soffoca il canto
Di un inno per ciò che fiorisce.
Un tempo sì luminosa, or non sè più,
Travagliata dall' ignoranza sovrana:
Peste, miete vittime non solo quaggiù.
Forse un giorno risorgerà speranza.
Poesia scritta il 13/01/2015 - 16:50Voto: | su 6 votanti |
Vera, sono sicura che ci sia del bene nell'Italia,come hai scritto, e credo che se tutti, o almeno molti, si dedicassero ad esso, invece che solamente ai loro interessi, nel nostro paese rinascerebbe realmente la speranza.

Giorgia R
14/01/2015 - 20:55 
I poeti... è vero, credo non siano in molti a non averne mai mai parlato. Bene, detto questo voto... e ancora complimenti:)
Favio Lambda
14/01/2015 - 20:40

genoveffa 2 frau
14/01/2015 - 11:47
genoveffa 2 frau
14/01/2015 - 11:47
!
Vera Lezzi
14/01/2015 - 09:31 
Romualdo Guida
14/01/2015 - 09:17
Salvatore Linguanti
13/01/2015 - 23:19



