In questa terra dove sono nato
tra la miseria dignitosa di un tempo passato,
qui dove nacquero i padri della mia gene
e troppo presto per un lavoro ho lasciato.
Io povero come molti altri che ho salutato
mi pareva che in capo al mondo fossi arrivato,
altra cultura più sviluppata di noi ho trovato,
altra mentalità che il mio pianto non ha consolato.
Son partito tremante di tante paure e poche cose
un montagnolo che piange e adora i lupi e le rose,
non passi inosservato a chi nella vita fa altre cose,
rendendomi conto che tutto il mondo non è il mio paese.
A Torino aspettando il treno del mattino
su di una panchina mi sono addormentato sereno,
con mia sorpresa il mattino né valigia né scarpe più tenevo,
piangendo comprai delle scarpe e per Aosta presi il treno.
Quanta disperazione portavo dentro il cuore
quanta voglia di voler indietro tornare,
quanti pianti sul letto, in quella stanzetta della stazione,
tutto avevo perso in quel viaggio della disperazione.
Giurai a me stesso che un giorno lontano sarei tornato
ho sofferto freddo a volte fame, ma quel giorno è arrivato,
torno a te mio paesello dove amici e il cuore ho lasciato,
torno a te mia montagna che se pur bella mi hai tradito.
Scritta nel 2002
Poesia scritta il 17/02/2016 - 18:11Voto: | su 7 votanti |
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Rocco Michele LETTINI
18/02/2016 - 13:29 
Fabio Garbellini
18/02/2016 - 06:58

Anna Rossi
18/02/2016 - 06:49

POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM
18/02/2016 - 00:32
Maria Cimino
17/02/2016 - 23:47 In questa tua storia leggo il legame insostituibile all'origine di nostra essenza, la nostra madre terra. E' una poesia molto accorata, c'è rabbia e amore, ma prevale il senso di materna protezione.
salvo bonafè
17/02/2016 - 23:44 Molto piaciuta
Nadia
5*
Nadia Sonzini
17/02/2016 - 22:46

margherita pisano
17/02/2016 - 22:43 Ti si lacera il cuore al solo immedesimarti nei versi che ci hai offerto.
Bravo!

Millina Spina
17/02/2016 - 21:44
Loris Marcato
17/02/2016 - 21:17

Sabrina Marino
17/02/2016 - 20:49

Sabry L.
17/02/2016 - 20:31



