Su questa montagna vento e pioggia fan da padroni,
giornate scure ed il buio adombra le sere autunnali,
solitaria nostalgia, copre i rumori di scie sulla strada,
passi marcati da scarpe sulla bagnata carreggiata.
Siamo attimi di passaggio su questa terra, una scia,
smarrita polvere che i venti e l’acqua trascinano via,
questo breve passaggio, lo viviamo di arroganza,
il nostro prossimo, lo viviamo con totale indifferenza.
Ancor ricordo le parole di chi ho amato, mamma mia,
l’indifferenza verso altri simili uccide più della malattia,
le tue sagge parole il vento un giorno se le portò via,
con te pure l’intelletto di mio padre e la mia fantasia.
Sogni ricordi di anni passati riaffiorano in questo mese,
quell’undici novembre nel peggio modo Dio ti pretese,
pensieri tristi in un mese di ricordi di Santi e Morti,
vita mia sofferta in un’ingenua infanzia or ai tramonti.
Vago su un sentiero stretto che la vita mi ha elargito,
lungo un crinale dove l’alba da tempo mi ha abbandonato,
ancor è tempo di pioggia e di soffiante vento,
ancora un altro ricordo, un sogno spento rimasto dentro.
Poesia scritta il 27/11/2016 - 12:23Voto: | su 9 votanti |

Vincenzo Ciraulo
29/11/2016 - 01:14 Mi hai commosso Lupo Giancarlo
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margherita pisano
28/11/2016 - 23:29
antonio girardi
28/11/2016 - 11:58
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ANNA BAGLIONI
27/11/2016 - 22:10
andrea sergi
27/11/2016 - 21:10
Paolo Mazzon
27/11/2016 - 20:02
Febronia Zuccarello
27/11/2016 - 19:39 
Teresa Peluso
27/11/2016 - 19:22 
Sabry L.
27/11/2016 - 19:18

Mary L
27/11/2016 - 15:17 aveva ragione la mamma
l'indifferenza è peggio di una malattia

laisa azzurra
27/11/2016 - 15:06 Serena Domenica, Giancarlo.
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Rocco Michele LETTINI
27/11/2016 - 14:52



