che bel sorriso hai
brigante
che vivi braccato
come tuo padre 
che fu latitante
dalle mani macchiate di sangue
per lavare i soprusi
del suo orgoglio di uomo ferito
nella luce fioca di una lampada ad olio 
con i cuori trafitti
dai coltelli spezzati per la fatica di vivere 
tra la paglia e il carro
c'era il suo cavallo
stremato da una folle corsa
lanciata alle soglie di un cielo 
povero e nero
sempre sconfitto
a tuo padre fuggito nel bosco 
accerchiato dai carabinieri dell'Italia straniera 
lo difese come una mamma la n'drangheta 
lo allattò di codici e regole e gli offrì libertà e dittatura 
lui scelse 
in un cielo bagnato di pioggia 
il fango della montagna ed una preghiera 
nella quale calmò la sua vergogna 
di essere diventato lupo tra i lupi 
brigante 
che belle spalle hai 
pensi sempre a lei?
a lei dalle cosce rotonde
bianche e dure
come sono le pietre della strada 
che porta a casa sua 
quando di notte in piedi
nel portone 
le ruba veloce un gemito solo
la tua mano possente 
che alla sua bocca offre un dono d'amore 
che le strazia la mente 
dal piacere confuso 
nell'angoscia della partenza
tu non le parli d'amore 
non dici parole
le parole le hai lasciate
giù al porto
sul mare 
capovolte come le piccole barche 
che nella tempesta portavano via
immense farfalle dalle ali spezzate
brigante 
quel giorno erano alzate le tue mani 
senza lupara 
la luna taceva e nel chiarore
che illuminava la notte 
nessun giudice 
potrà sentenziare 
cosa succede 
quando scoppia 
crudele come uno sparo
l'amore nel cuore di un uomo
che non mangia il  pane della speranza
nessun Dio
potrà fermare
la corsa di noi gente del sud
condannati 
a partire
perdere
oppure a morire
            
 Poesia scritta il 16/12/2016 - 09:41
Poesia scritta il 16/12/2016 - 09:41| Voto: |  su 1 votanti | 
 
  
 Francesco Gentile
Francesco Gentile   16/12/2016 - 15:55
 16/12/2016 - 15:55  
                        


