Nata nel borgo all ombra degli ernici monti,spendesti i giovanil giorni,
quell’ameno luogo di tuo conforto,fu un di ante che noi fossimo
fatti,scudo a roma conquistatrice!
Quante corse per le viuzze antiche nel tempo tuo beato
Allo spirar di venti e ai profumi della primavera,
tra vetusti palazzi e i primi amori di giovinetta,
miravi sempre con ardor a novi sogni.
Ma or tutto si resta,non echeggia piu
La tua voce,le strade le fontane un ricordo.
Era il primo vagito di febbraio,il sol con suo passo entrava
In acquario,il sonno che non desta ti strappo’
Con feroce pasto all’amor nostro,ai tuoi offici,
a chi con te divideva i meriggi.
Attonito al nunzio sto del triste inganno
Carne delle mia carne,perche ti abbandonasti
Al rio fato?
Vennero al tuo cospetto,l’amati figli
E parenti lugenti,mesti penitenti
Resi,abbattuti al passo della nera signora
Che niun dimentica pronta a ogni ora!
Il tuo volto non avea piu il sorriso che
Conobbi,ma livida silente
Le chiome sparse sul cuscino
Le membra turgide e alcun sospiro.
Li mi sovvenne i giorni di nostra vita,
feste spensierate,giornate al mare
carni cotte su ardente brace
discorsi persi nel ricordo.
Amatissima nostra parte,
sei nel sentiero di color che
abbracciano la luce,
al giudizio dell’essere supremo
che a noi ti diede e ora richiamato
al suo petto.
Non si more in eterno,vivendo
Nel cor l’alma santa ha gia mutato
Libera nel giardino senza tempo.
Ti vidi porre nella negra terra,
ancor i monti ti fanno schermo
la fontana ove tu giocavi
sgorghera’ ancor!
Ti culla il paesello
Rifugio per te!
Mira l’orizzonte,
e l’alte mura che mangiano l’infinito
quell’ameno luogo di tuo conforto,fu un di ante che noi fossimo
fatti,scudo a roma conquistatrice!
Quante corse per le viuzze antiche nel tempo tuo beato
Allo spirar di venti e ai profumi della primavera,
tra vetusti palazzi e i primi amori di giovinetta,
miravi sempre con ardor a novi sogni.
Ma or tutto si resta,non echeggia piu
La tua voce,le strade le fontane un ricordo.
Era il primo vagito di febbraio,il sol con suo passo entrava
In acquario,il sonno che non desta ti strappo’
Con feroce pasto all’amor nostro,ai tuoi offici,
a chi con te divideva i meriggi.
Attonito al nunzio sto del triste inganno
Carne delle mia carne,perche ti abbandonasti
Al rio fato?
Vennero al tuo cospetto,l’amati figli
E parenti lugenti,mesti penitenti
Resi,abbattuti al passo della nera signora
Che niun dimentica pronta a ogni ora!
Il tuo volto non avea piu il sorriso che
Conobbi,ma livida silente
Le chiome sparse sul cuscino
Le membra turgide e alcun sospiro.
Li mi sovvenne i giorni di nostra vita,
feste spensierate,giornate al mare
carni cotte su ardente brace
discorsi persi nel ricordo.
Amatissima nostra parte,
sei nel sentiero di color che
abbracciano la luce,
al giudizio dell’essere supremo
che a noi ti diede e ora richiamato
al suo petto.
Non si more in eterno,vivendo
Nel cor l’alma santa ha gia mutato
Libera nel giardino senza tempo.
Ti vidi porre nella negra terra,
ancor i monti ti fanno schermo
la fontana ove tu giocavi
sgorghera’ ancor!
Ti culla il paesello
Rifugio per te!
Mira l’orizzonte,
e l’alte mura che mangiano l’infinito
corrado cioci ricordando zia maria

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Commenti
Grazie Giancarlo 



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SEI UN FANTASTICO cantastorie una bella composizione di altri tempi quando la poesia era ascoltata 5* 



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