che viaggiava ad alta velocità,
verso l’infinito che non era più tale.
Il treno viaggiava spedito bucando l’atmosfera.
Avevo indosso un pesante giaccone di alpaca,
e nelle tasche le ultime lettere stropicciate che mi avevi spedito
Non so se chiamarle lettere d’amore, in esse non compariva
mai la parola amore.
Erano stese in una grafia sghemba e poco comprensibile,
ma parlavano di te, delle tue giornate, dei tuoi umori, delle tue paturnie.
Erano fogli che parlavano di te, e di questi fogli ne ero innamorato,
perché non ti nascondevi, non fingevi.
Ritirai le lettere in maniera confusa, le appallottolai quasi.
Questo era in contrasto con quanto vi fossi attaccato,
ma quello che c’era da sapere l’avevo saputo, lo sapevo a memoria.
Guardai fuori, il treno aveva rallentato, si era in prossimità di una stazione.
Stavo correndo da te, e se avessi potuto avrei fatto andare il treno ancora più veloce,
l’avrei spinto da dietro col soffio del mio respiro,
l’avrei abbrancato con la forza delle mie braccia,
l’avrei sollevato da terra e spinto più in là.
Guardo l’orologio, è quasi mezzogiorno,
sarai già pronta o ti starai aggiustando il trucco,
ti metterai il vestito più bello, ti inonderai di profumo.
Il treno ora corre, e io corro da te.
Poesia scritta il 13/09/2017 - 13:33Voto: | su 7 votanti |

Wilobi .
14/09/2017 - 23:41

genoveffa frau
14/09/2017 - 16:34 Una sentita e desiderata corsa d'amore dove niente e nessuno potrà fermare quel treno...
Molto bravo Giulio 5* meritatissime

PAOLA SALZANO
14/09/2017 - 10:50

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL
13/09/2017 - 21:31 Complimenti!

margherita pisano
13/09/2017 - 20:32 
Spartaco Messina
13/09/2017 - 18:35 
donato mineccia
13/09/2017 - 18:29

Francesco Gentile
13/09/2017 - 18:17
antonio girardi
13/09/2017 - 16:40



