Il mio limite
Va controcorrente chi
Ha il dono di non avere niente
Controcorrente č il vizio di chi
Cercando si perde
Ma i fiumi a risalirli
Sono vicoli ciechi, si sa
E che č la montagna
A scendere al mare, si sa
Ha il dono di non avere niente
Controcorrente č il vizio di chi
Cercando si perde
Ma i fiumi a risalirli
Sono vicoli ciechi, si sa
E che č la montagna
A scendere al mare, si sa
E allora proviamo
Oltre la foce ad andare
Lā dove il blu
Tutto spoglia e niente dā
Lā dove i sogni
Stanno sempre di un metro
pių in lā, oltre gli orizzonti
Proviamo!
Ma io giā so che non lo farete
Perché il vostro limite č
Il vostro piede
Il mio č la mia barca
Un asse di rovere
In equilibrio sullolio
Come la bacchetta
Sulle corde di un violino
La scia č solo unimpronta
Come nota su spartito
La scia misura la distanza
Tra un rumore e la melodia

Da Ernest Eden
Letta n.1040 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
bella e ottima chiusa 



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Grazie, sono veramente onorato delle vostre parole.
E.E.
E.E.


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C'č qualcosa che cattura in questi versi che vanno oltre... un limite che vede oltre quel piede, oltre quella barchetta tra quel filo sottile o scia di una distanza tra un rumore e la melodia che incanta! Bellissima!





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Complimenti al tuo limite.
Un scia che stai pur tranquillo
lascia una tua impronta assai
bella e profonda.
Ciao caro.


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