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Lo chiamavano Dio

Eppure sentiva qualcosa dentro di sé
di terribilmente grande
e andava lontano con il pensiero
indietro nei secoli deve egli non era ancora
ma viveva nel seme dei suoi avi
e poi la lenta ma inesorabile successione del tempo
e quindi così quasi di colpo buttato nella vita
similmente come si butta carta straccia nel cestino


pertanto dubbioso si soffermava
su quei pensieri e avvertiva di non essere solo
ma che qualcosa di esistente
e che non era materia fosse in lui
qualcosa di grande a cui ci si deve inchinare
qualcosa verso cui i pensieri
andavano a cozzare
qualcosa che i mortali
suoi compagni nell’avventura
sopraffatti nella loro intelligenza
e che lo attorniavano
nella quotidiana vita strascicata
chiamavano Dio...



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Poesia scritta il 23/05/2021 - 12:02
Da romeo cantoni
Letta n.728 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


e...scusa

Margherita Pisano 23/05/2021 - 15:33

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Michelangelo è la sua dote divina... versi profondamente belli, sapientemente espressi!

Margherita Pisano 23/05/2021 - 15:32

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Bellissima! Adoro Dio.

Paolo Ciraolo 23/05/2021 - 12:56

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