E fu così
che non volle aver vita
in questa nostra statica penombra
d’albe spurie e falsi tramonti
d’estro e di trovate
di cantori e menestrelli.
che non volle aver vita
in questa nostra statica penombra
d’albe spurie e falsi tramonti
d’estro e di trovate
di cantori e menestrelli.
Lasciò tutto:
progetti frivoli
e comode lusinghe
la macchina finita di pagare
le feste
i balli
e l’uzzolo d’amare.
Cercò aurore ineffabili
fasci di luce diafana
arcobaleni da scalare
flessi raggi colorati
che scorse solo lei
ed all’amante suo
addolorato
disse per similitudine:
certi sentieri vanno percorsi
in intiera solitudine.
Poesia scritta il 26/07/2023 - 19:12Letta n.557 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Infondo gli arcobaleni si vivono dentro...senza fingimenti. Complimenti molto, molto bella!


Margherita Pisano
28/07/2023 - 18:00 --------------------------------------
Va al contrario della monaca di Monza, o almeno così io interpreto!! Sempre intenso!! 

Anna Cenni
27/07/2023 - 19:48 --------------------------------------
Certi sentieri vanno percorsi in intiera solitudine" chiusa sorprendente e intensa che condivido.
Come sempre bravissimo! Ciao Francesco
Come sempre bravissimo! Ciao Francesco

Angela Bianco
27/07/2023 - 17:34 --------------------------------------
Sentieri che si percorrono, nell'ombra di un tramonto. Molto intensa. Complimenti


MARIA ANGELA CAROSIA
27/07/2023 - 17:13 --------------------------------------
i ringrazio per aver condiviso con tutti noi e con gli altri lettori le tue emozioni e le tue esperienze. Ti auguro di continuare a scrivere con la stessa passione e sensibilità. 

Zio Frank Storie del gufo
27/07/2023 - 11:17 --------------------------------------
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