INCIPIT DIALOGATO
Le istruzioni sono:
Scrivi un racconto che inizi con questo dialogo: <<Passami quello, ok?>> <<Attento…non ti sporcare>>. <<Lascia che io…oops>>. <<Non quello...il crick…e tieni a portata di mano i bulloni e la chiave inglese..cav…mi sono pizzicato>>. <<Ma tu hai capito cosa è successo?>>. <<A chi?...Cosa?>>. <<Ma non ti accorgi di niente tu…?>>. <<Perché mi guardi così? Parla…>>….
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Dentro
Penso. Penso che se lo stupore ci fa aggrinzire l'animo, siamo felici o siamo qualcosa che di felice ne è il contrario.
Abbiamo paura, ne abbiamo voglia.
Che poi cosa potrebbe mai accaderci?
Quando la paura vive non siamo seri, è come la morte.
Stamattina, come altre, è stata dura rivedere i miei occhi allo specchio, ma non ho avuto timore e la vita prosegue, come interrotta sola a momenti, ma prosegue.
Non ho voglia di lavarmene le mani, in fondo, le devo qualcosa.
Tutti abbiamo un debito, chi con se stessi, chi con la voglia di non pensare, chi col destino.
Ah, se solo piovesse quando dovrebbe.
Negli ultimi giorni ascolto molto, parlo troppo e odio ascoltare e parlare, mi ripeto.
Sono vago come una passeggiata.
Non sono da prendere o lasciare, sono da lasciare, stare.
E se poi fuori è bello me ne farò una ragione, apro l'ombrello ugualmente. L'idea che il sole scaldi è una cazzata.
Non vi è istante in cui non penso che anche coi raggi sulle lenti potrebbe venire a piovere. Per questo ho sempre un ombrello pronto.
Stavolta, però, ma non ditelo a nessuno...s'è inceppato!
Provo a metter le mani sulla testa e a correre.
Si dice che correndo sotto la pioggia si possa assorbirne il quaranta per cento in meno. Sara' vero? So solo che resta lì a bagnarmi.
A casa mi asciugo o a casa ci resto.
Non corro più il rischio.
Qualcosa è cambiato, nel frattempo fumo ancora un po’ ...
Abbiamo paura, ne abbiamo voglia.
Che poi cosa potrebbe mai accaderci?
Quando la paura vive non siamo seri, è come la morte.
Stamattina, come altre, è stata dura rivedere i miei occhi allo specchio, ma non ho avuto timore e la vita prosegue, come interrotta sola a momenti, ma prosegue.
Non ho voglia di lavarmene le mani, in fondo, le devo qualcosa.
Tutti abbiamo un debito, chi con se stessi, chi con la voglia di non pensare, chi col destino.
Ah, se solo piovesse quando dovrebbe.
Negli ultimi giorni ascolto molto, parlo troppo e odio ascoltare e parlare, mi ripeto.
Sono vago come una passeggiata.
Non sono da prendere o lasciare, sono da lasciare, stare.
E se poi fuori è bello me ne farò una ragione, apro l'ombrello ugualmente. L'idea che il sole scaldi è una cazzata.
Non vi è istante in cui non penso che anche coi raggi sulle lenti potrebbe venire a piovere. Per questo ho sempre un ombrello pronto.
Stavolta, però, ma non ditelo a nessuno...s'è inceppato!
Provo a metter le mani sulla testa e a correre.
Si dice che correndo sotto la pioggia si possa assorbirne il quaranta per cento in meno. Sara' vero? So solo che resta lì a bagnarmi.
A casa mi asciugo o a casa ci resto.
Non corro più il rischio.
Qualcosa è cambiato, nel frattempo fumo ancora un po’ ...

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