Sensazioni dentro le mie notti
Le istruzioni sono:
Da questo titolo scrivi un racconto con tale tematica
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Sensazioni come stelle
Io sono il cielo che osservo di notte, sconosciuto in gran parte e impercettibilmente diverso dalla sera prima perché il mio mondo ha cambiato posizione.
Lo osservo spesso prima di dormire e devo fare chiarezza su tutte le sensazioni che provo o non dormo bene. Metafora scontata: sono stelle, hanno nomi che non conosco; sono distanti e disunite, ma presenti contemporaneamente. É impossibile vederle tutte.
Come é possibile questo se sono adolescente e non ho fatto esperienze?
È colpa della sgridata che ho ricevuto quando la professoressa si era accorta che non seguivo la lettura del libro a pagina settanta; alcuni compagni di classe hanno riso, altri girato velocemente a quella pagina per non fare la mia fine. Che vergogna.
È stato il passaggio di palla sbagliato durante la partita di Domenica: avremmo potuto segnare in quell’occasione. Il mister non si arrabbia come la professoressa, ma al prossimo allenamento mi fará ripetere i fondamentali. Sará una seccatura.
Si fa sentire la rottura tra me e Sonia, che oggi si é messa con Marco. Credevo ci fosse qualcosa tra di noi, anche se non detto. Parliamo spesso e pensavo di averla capita, ma non posso dire lo stesso di me.
Mi sento solo con tutti questi pensieri e non capisco perché non riesco a liberarmi dalle sensazioni. Dovrei parlarne con qualcuno, ma la veritá é che non voglio consigli, non voglio che altri mi dicano come vedere il mondo. Voglio dare un mio senso a ció che capita e scrivere da solo la mia vita.
Non é facile, lo so.
Questo modo di vedere peró non é completo, perché a volte é il contrario e ci sono notti nelle mie sensazioni. Sento il buio, il freddo e la paura che porta il mio intimo a celarsi.
Si parla di cose brutte adesso, che io ho solo giocato nei videogiochi e credevo fosse mitico. Mi sento in colpa. Inevitabilmente si parla di morti, ma quasi mai si parla dei vivi, di chi ad esempio abitando lontano non subisce conseguenze, del modo in cui onorano i caduti e di cosa faranno in futuro. Si conosce il numero preciso di vittime, ma non il numero preciso di chi ha donato ció che aveva ai bisognosi, che forse porterebbe speranza e fiducia.
Non lo so. Come dicevo, é tutto disunito, senza filo logico e inizio ad essere stanco.
È tardi, meglio andare a dormire. Ci riprovo domani, quando il mio mondo avrá cambiato ancora posizione.
Lo osservo spesso prima di dormire e devo fare chiarezza su tutte le sensazioni che provo o non dormo bene. Metafora scontata: sono stelle, hanno nomi che non conosco; sono distanti e disunite, ma presenti contemporaneamente. É impossibile vederle tutte.
Come é possibile questo se sono adolescente e non ho fatto esperienze?
È colpa della sgridata che ho ricevuto quando la professoressa si era accorta che non seguivo la lettura del libro a pagina settanta; alcuni compagni di classe hanno riso, altri girato velocemente a quella pagina per non fare la mia fine. Che vergogna.
È stato il passaggio di palla sbagliato durante la partita di Domenica: avremmo potuto segnare in quell’occasione. Il mister non si arrabbia come la professoressa, ma al prossimo allenamento mi fará ripetere i fondamentali. Sará una seccatura.
Si fa sentire la rottura tra me e Sonia, che oggi si é messa con Marco. Credevo ci fosse qualcosa tra di noi, anche se non detto. Parliamo spesso e pensavo di averla capita, ma non posso dire lo stesso di me.
Mi sento solo con tutti questi pensieri e non capisco perché non riesco a liberarmi dalle sensazioni. Dovrei parlarne con qualcuno, ma la veritá é che non voglio consigli, non voglio che altri mi dicano come vedere il mondo. Voglio dare un mio senso a ció che capita e scrivere da solo la mia vita.
Non é facile, lo so.
Questo modo di vedere peró non é completo, perché a volte é il contrario e ci sono notti nelle mie sensazioni. Sento il buio, il freddo e la paura che porta il mio intimo a celarsi.
Si parla di cose brutte adesso, che io ho solo giocato nei videogiochi e credevo fosse mitico. Mi sento in colpa. Inevitabilmente si parla di morti, ma quasi mai si parla dei vivi, di chi ad esempio abitando lontano non subisce conseguenze, del modo in cui onorano i caduti e di cosa faranno in futuro. Si conosce il numero preciso di vittime, ma non il numero preciso di chi ha donato ció che aveva ai bisognosi, che forse porterebbe speranza e fiducia.
Non lo so. Come dicevo, é tutto disunito, senza filo logico e inizio ad essere stanco.
È tardi, meglio andare a dormire. Ci riprovo domani, quando il mio mondo avrá cambiato ancora posizione.

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