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L'odore dell'uomo e il Lupo

Il vento del nord sta esaurendo la sua forza e si rompe in vortici e mulinelli sul fianco della montagna, fin sulla cima imbiancata, dove strappa sottili granelli di neve gelata che proietta, come la coda bianca di una cometa, verso l’argenteo disco della luna.
La piramide del Monte Velino, con il suo cappuccio bianco, sembra un vulcano sonnacchioso e tranquillo. Come un gigante buono, protegge la valle dai refluii freddi venuti da lontano. Si dice che dalla cima di questa montagna, nei giorni particolarmente sereni, e possibile ammirare sia il Tirreno, sia l’Adriatico.


Alle sue pendici, il vecchio lupo avanza allo scoperto, fra steli d’erba secca, diretto verso la fitta faggeta che veste i fianchi di una stretta valle, che fa da cornice all’imponente montagna.
Annusa l’aria alla ricerca di quell’odore così familiare e temuto, che ha imparato a evitare, sia per esperienza diretta, sia per gli atavici ricordi tramandanti dalle generazioni che l'hanno preceduto.
Quell’afrore di panni sudati, e talvolta misto a tanfa di tabacco, insomma l’odore del suo più terribile nemico: l’uomo.
Forse ne ha percepito una lieve traccia e per questo procede guardingo, ma con passo deciso, verso la faggeta, e poi ancora più su per i sentieri, seguendo il richiamo del suo branco nella valle nascosta.
Poi l’infallibile olfatto percepisce qualcosa di diverso. Tenui folate dal bosco trasportano il caratteristico odore della carne di pecora. Guardingo e sospettoso segue l’invito allettante che proviene dal sentiero interno alla vegetazione, e lo vede:
Un grosso boccone di polpa ovina stranamente penzolante dal ramo di un albero, a circa un metro e mezzo da terra.
Non aveva mai visto, fino a ora, alberi che gli offrissero la tanto agognata carne di pecora.
Ma c’è qualcosa di strano, oltre le apparenze, che lo agita.
La fame è tanta, e il boccone è senza dubbio profumatissima carne… eppure esita.
Meglio ispezionare i dintorni, alla ricerca di qualcosa che giustifichi i sospetti, ma non trova nulla… e non c’è nessuno, tranne il cinguettio degli uccelli che cominciano a percepire l’avvicinarsi dell’alba.
E questo è un segnale anche per lui, che riconosce la necessità di ritornare nei luoghi più abituali. Dove si trova il suo branco.
Il grosso boccone attende, e l’affamato predatore si erge sulle zampe posteriori, saggiandolo con la lingua e mordicchiandolo sui bordi, ma il pezzo di polpa non si stacca dal ramo di faggio, al quale sembra saldamente ancorato a una strana corda.


Ormai, non c’è più motivo d’attendere, e con un poderoso morso agguanta la preda morta, ma… come può misurarsi l’orgoglioso lupo con la malvagia crudeltà dell’uomo? Come può l’onestà del lupo fare i conti con i mostri alieni… così distanti dalla sua natura? Non poteva certo immaginare che dentro un boccone di carne si celasse l’inganno, altra specialità umana, e la morte… preparata con maniacale cura, da luride mani assassine. E quel dolore lancinante che gli trafigge il palato non può essere spiegato.
L’animale selvatico rimane agganciato all’esca nascosta e si dibatte disperato. Il suo istinto, quello che gli ha sempre concesso di vivere libero, non gli permette nessuna via di fuga… dall'orribile trappola.
Si dimena e strattona… con tutte le sue forze, fino a che L’uncino ricurvo gli lacera la mascella, e si libera, dilaniato, nell’atroce sofferenza.
E’ la fine.


Il lupo non farà mai più ritorno dalla sua famiglia.
Ha capito che la morte è vicina, e l’istinto gli impone di ritirarsi in un luogo appartato, lontano dai propri simili, e lasciarsi andare… solitario, nell’ultimo abbraccio della natura.
E’ solo questione di ore, o di qualche giorno, ma una tale ferita procura la morte per dissanguamento o nel peggiore dei casi, il più probabile, per le terribili conseguenze delle infezioni.



--==o0o==--
Da alcuni anni, il nostro Appennino ha visto crescere la popolazione dei Lupi, in parte legata all’incremento dei cinghiali, e in parte allo spopolamento umano degli stessi ambienti. Tuttavia questi animali hanno un raggio d’azione molto vasto e, non di rado, si avvicinano anche ai centri abitati. Non costituiscono un pericolo perché di norma evitano accuratamente gli uomini, ma stanno insorgendo problemi per gli allevatori i quali, nel corso del tempo, si erano disabituati alla presenza del carnivoro.
Purtroppo è insorto nuovamente il conflitto tra gli uomini e i lupi; ma i primi stanno utilizzando svariati sistemi, alcuni mai visti primi, come quello descritto nel breve racconto, che evocano una barbarie senza precedenti.
I casi segnalati sembrano in aumento, sebbene puniti severamente dalla legge. L’impegno degli operatori del settore è alto, e si spera che fatti del genere siano prevenuti e, soprattutto, che non passino inosservati agli occhi della pubblica opinione.
*Il riferimento ai luoghi è casuale, mentre il racconto s'ispira a notizie di cronaca”




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Opera scritta il 25/02/2016 - 12:05
Da Francesco Gentile
Letta n.1083 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Grazie per il commento Rochi. Ti faccio i complimenti per il riconoscimento mensile della giuria..

Francesco Gentile 07/03/2016 - 08:19

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Anche gli animali hanno un'anima. Ogni essere vivente percepisce la vita e la morte come noi. Sto dalla parte del lupo. Ma il lupo fa bene a diffidare dell'uomo, perchè non può capire quale differenza passa dall'uomo che lo difende da quello che lo uccide.

Rochi Pinto 06/03/2016 - 10:07

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@Carla, Patrizia, Loris, Rosa e Giovanni. Grazie per aver commentato il racconto... con generosi apprezzamenti.. Felice domenica a tutti boi.

Francesco Gentile 28/02/2016 - 12:47

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Grandioso stile il tuo raccontar .
Troppo btavo .
Non ho parole.

Giovanni Santino Gurrieri 28/02/2016 - 12:16

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Il racconto è avvincente e bellissimo anche se stringe il cuore. Non potevi scriverlo meglio. Davvero molto bravo. 5 ***** Serena notte

Rosa Chiarini 27/02/2016 - 20:51

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Molto bello questo racconto, quasi cronaca di un massacro da tempo in atto. È vero l'animale umano, non finirà mai di stupire in negativo. Forte e condivisa denuncia. Ciao. Loris.

Loris Marcato 26/02/2016 - 22:52

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Bellissimo, emozionante e "selvaggio"...

Patrizia Bortolini 26/02/2016 - 13:08

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Davvero un bel racconto, ho pianto immedesimandomi nella figura del lupo ...ma anche riflettendo, ancora una volta su quanto l'uomo sappia essere spietato e senza cuore ... è un bene sensibilizzare l'opinione pubblica su tali argomenti,troppo spesso dimenticati e sottovalutati. Grazie Francesco e bravo per come hai saputo descrivere bene ogni particolare...

Carla Davì 26/02/2016 - 01:32

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Uuuuuu Sabry... selvatica e selvaggia guerriera. Indovina cosa mi ha contagiato del Lupo? Il suo istinto... che gli permette di essere libero, al contrario di noi umani, pseudo-senzienti buffoni e arroganti, che non riusciamo a fare due passi.. senza offendere noi stessi e il mondo intero. Noi non concepiremo mai come si fa davvero a conquistare la libertà..
Ciao carissima Sabry... Lieta notte

Francesco Gentile 26/02/2016 - 00:46

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Carissimo Poeta dell'Amiata.. mi fai sentire onorato... se consideri il racconto utile per la tua ispirazione. Sarò ben felice di poterti leggere. Un caro saluto. Buonanotte poeta..

Francesco Gentile 26/02/2016 - 00:37

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Amico Salvo.. grazie del passaggio e del commento bello e articolato che ho fradito particolarmente... Felice notte

Francesco Gentile 26/02/2016 - 00:31

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Grazie Nadia.. Sono contento che il racconto ti sia piaciuto. C'è sempre il rischio di eccedere con la retorica, quando si vuole sensibilizzare, ma bisogna pur farlo in qualche modo. penso che raccontare i fatti sia una buona cosa, lasciando che ognuno li valuti secondo la propria coscienza..

Francesco Gentile 26/02/2016 - 00:29

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Uuuuuuuuuuu il morbo de lupo ti ha contagiato Francesco...Bel racconto...vero e...selvatico...

Sabry L. 26/02/2016 - 00:01

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TI RUBERò QUESTO TUO RACCONTO E NE FARò POESIA A MIO MODO MOLTO BELLA GRAZIE PER LA DIFESA DELL'ANIMALE PIù SAGGIO E INTELLIGENTE DI NOI ***** CIAO

POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM 25/02/2016 - 21:50

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La descrizione naturalistica del paesaggio fatta con la mente di acuto osservatore e con abilità descrittiva, ove l'autore ricorda il fatto di cronaca largamenre diffuso dai media: l' accanimento dell'uomo verso una specie mal protetta. Ricordo due episodi simili a breve distanza di tempo. Bravo Francesco a riportarli in luce per sensibilizzare il cuore di chi ordisce l'inganno.

salvo bonafè 25/02/2016 - 17:39

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Un bel racconto scritto in modo impeccabile, sei riuscito a farmi sentire lupo, purtroppo alla fine braccato e morto. Fai bene a scrivere di tali argomenti,una sensibilizzazione è importante, condivido in pieno.
Nadia
5*

Nadia Sonzini 25/02/2016 - 16:02

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