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CROI DUBH

Croi Dubh
Ai tempi di Sin il regno di Sughur fu attaccato dalla strega Granna, signora del vicino e desolato regno di Angor. Il regno di Sughur era protetto da un vecchio mago, Fear e da una giovane fata, Cailn, essi riuscirono a sccacciare la strega con l'aiuto di un raro diamante, Croi Dubh che aveva uno straordinario potere. Purtuttavia Sin non sopravvisse e poiché non aveva eredi Sughur scomparve con lui e quella terra fu denominata Hivilbona. Non fu però possibile determinare con certezza chi sarebbe successo a Sin, per cui, per un certo tempo Hivilbona ebbe quattro sovrani, scelti tra i discendenti più prossimi di Sin, ma l'armonia del regno durò ben poco ed Hivilbona fu divisa in quattro regni spesso in lotta fra loro: Segundul, Ill, Camillian e Atlica. Vedendo ciò e preoccupato che Croi Dubh potesse finire in mani sbagliate Fear decise di fare una magia per proteggere il diamante,che però si spaccò in quattro parti uguali e scomparve. Da quel momento non se ne seppe più nulla.


Terremoti e strani attacchi da parte di un misterioso esercito devastavano i quattro regni a sud della regione di Daor. Città intere venivano rase a suolo e il sole sembrava inghiottito dalla notte. Eppure contro ogni logica le uniche zone o città o villaggi d essere risparmiati erano quelli dove si trovavano i signori dei regni. Fu così che in tutto il regno di Segundul si salvò solo la città di Astria, dove il principe Fana aspettava il giorno della sua incoronazione, ed invece il solo villaggio ad essere risparmiato in tutto il regno di Ill, fu Tries dove il sovrano Eacyn si trovava per la tradizionale festa di Akor. Del regno di Camillian e del regno di Atlica si salvarono solo le capitali Cathair Na Goite e Ion, poiché le loro signore Isonia e Someli si trovavano lì.
L'agitazione e lo scompiglio che regnavano nei quattro regni si trasmisero anche ai loro sovrani, la prima a mettersi in viaggio su Isonia. Ella decise di raggiungere Arcantur, capitale di Ill, il regno confinate col suo, poiché temeva che dietro quegli attacchi potesse esserci Eacyn, sovrano del regno. Il suo viaggio fu cupo e difficoltoso sin da principio: tutte le città e tutti i villaggi che attraversava, tanto del suo quanto del regno di Ill erano distrutti, delle case rimanevano solo desolate rovine, e la situazione era peggiore nei villaggi. Impiegò sei giorni per giungere nella capitale ma le sembrarono molti di più anche perché il sole diveniva sempre più pallido. Quando però arrivò faticò a riconoscere quella che era una fiorente ed allegra città, davanti aveva solo macerie scure e la stessa desolazione che imperversava nel suo regno. Fu lì tra quelle macerie che incontrò Oundus il servitore di Eacyn, era lì per ordine del suo padrone, doveva cercare i membri della corte e portarli al sicuro a Tries, sempre che fossero stati ancora vivi. Isononia ricominciò il suo viaggio verso Tries, ma arrivata alle porte del villaggio fu raggiunta da della gente di Camillian, che le portava una triste notizia, Cathair Na Goite era stata attaccata e distrutta. Isonia pietrificata e confusa non disse nulla, ma non poté fare a meno di chiedersi perché avevano attaccato la capitale, se lei non c'era.


Eacyn camminava avanti ed indietro nella sua tenda. Aveva appena finito di parlare con Isonia e si chiedeva chi mai poteva avercela con entrambi i regni. Ma più di ogni altra cosa si chiedeva perché solo Tries era stato risparmiato, Isonia gli aveva detto che in tutto il suo regno non c'era più una sola città in piedi: Camillian non esisteva più e la sua gente era scappata rifugiandosi in grotte o boschi, cercando di raggiungere la regione di Daor, a nord. Egli era sempre più preoccupato, e non riusciva a trovare una soluzione, si passò una mano tra i capelli. Avrebbe voluto raggiungere Cathair Na Briglodi o Ion, capitali del regno di Segundal e di Atlica, ma l'istinto gli diceva di non lasciare Tries.


Isonia era di nuovo in viaggio. Non aveva più nulla da perdere, il suo regno era stato totalmente distrutto, per cui si era offerta di raggiungere Segundal ed Atlica, tanto a nome suo che a nome di Eacyn che era rimasto a Tries. Il regno di Someli, Atlica era sicuramente più vicino, benché più a nord, ma l'istinto le diceva di raggiungere per primo Segundal, il regno di Fana. Anche se si trattava di diverse settimane di viaggio. Lungo il suo cammino incontrò pochissime persone, per lo più dirette a nord, e neanche una delle creature magiche che abitavano i boschi che segnavano il confine tra Ill e Segundal. In compenso un vento gelido soffiava da ovest e il sole era ancora più pallido di quando non fosse partita. Molte delle città che vide erano protette da sentinelle, dalle nere armature e dallo sguardo vacuo, si coprì col mantello e cercò di passare quanto più lontano poteva, nascosta tra gli alberi. Ma non poté fare a mano di chiedersi se ormai anche Camillian era ridotta così. Dragoni neri sorvolavano il cielo, ma sembravano non vederla. Seguendo l'istinto decise di cambiare strada, volgendosi verso Atlica, incominciava a pensare che il signore di quelle terre era lontano. Il cammino verso Atlica fu impervio e lungo, e i dragoni continuavano a solcare il cielo. Giunta a metà del suo viaggio, dopo aver seguito il sentiero tra le montagne verso sud vide una figura a cavallo, che sembrava volerle tagliare la strada, che fosse una di quelle scure sentinelle? Si chiese, e sguainò la spada. Ma la ripose nello stesso momento in cui il cavaliere sconosciuto si fermo e abbassò il mantello: «Sono Fana, signore di Segundul, o meglio lo ero »
«Io sono Isonia, di Camillian e vi cercavo Fana » gli rispose di rimando e gli raccontò del suo viaggio. Insieme si rimisero in cammino, ed egli le narrò come anche Astria, ultima difesa del regno di Segundul, fosse caduta dopo due giorni dalla sua partenza. Anch'egli stava dirigendosi verso Atlica, poiché sperava che Someli potesse aiutarlo, ma dopo aver sentito le storie di Isonia ed Eacyn ne dubitava fortemente. Il loro viaggio non fu né breve né lungo poiché non erano poi così distanti, ma lo scenario era sempre quello, un sole pallido illuminava il cammino di giorno e un vento freddo proveniente da ovest soffiava forte. Entrati nel regno impiegarono circa tre giorni per raggiungere Ion. Come era già stato per Tries, la città era intatta come non fosse accaduto nulla. Ed isonia pensò a Cathair Na Goite, prima della sua partenza, anche lì sembrava tutto tranquillo come sempre, ed anche Astria non era stata turbata, prima della partenza di Fana.


Someli ascoltò i racconti degli altri due sovrani, ma si rifiutò di seguirli.
«Se è vero ciò che dite, perché dovrei lasciare Ion? Per farla distruggere? »
«Non si può governare un regno distrutto, anch'io ho dovuto lasciare il mio » disse Fana. «Tries regge ancora, e anche se è un piccolo villaggio è un luogo sicuro »
«Ma è troppo a sud » obbiettò Someli.
Fana ed Isonia si guardarono, ma fu quest'ultima a parlare per prima. «È vero, ma la regione di Idoor non è stata attaccata e sebbene sia una delle regioni magiche potremmo trovare aiuto lì »


dopo lunghi discorsi e lunghe discussioni, Someli accettò di mettersi in viaggio. Col loro viaggio di ritorno cominciarono però diversi attacchi da parte di piccoli eserciti composti a uomini dall'armatura scura e lo sguardo vacuo. Essi cercarono di batterli e dividerli, senza però riuscirvi. I dragoni neri invece non li attaccarono una sola volta in tutto il loro cammino.
«Sono inquietanti quei dragoni lassù » osservò Isonia dopo l'ennesimo attacco.
«Sono draghi oscuri, creature magiche con grandi poteri, sebbene lente, non capisco perché non ci attaccano » disse Someli scrutando a sua volta il cielo.
«Perché il potere che li ha evocati non è abbastanza forte contro di voi » disse la voce stridula di un piccolo vecchio elfo, che scappò via al riparo nella cavità di un albero. Fana Guardò gli altri sovrani, ma non seppe leggere le loro espressioni confuse.
«Chissà cosa ha voluto intendere? » disse a voce alta, ma la sua domanda non era destinata ad avere risposta, tanto più che Someli ed Isonia, non conoscevano nessuna delle lingue parlate dalle creature magiche o dei boschi e neanche quella in cui si era espresso il vecchio elfo, solo Fana l'aveva capito. Ripresero il loro viaggio, ma furono rallentati dai molti attacchi e dai mille pericoli che incontrarono lungo la via.


Giunti nel regno di Ill, fu con sollievo che notarono l'assenza di sentinelle o eserciti estranei al regno, e ancora più sollievo provarono nel constatare che Tries era ancora in piedi. Eacyn che era stato preoccupato, in tutti quei giorni che non aveva avuto notizie, ascoltò i racconti di Someli, Fana ed Isonia con molta attenzione, ma cupo in volto poiché recavano tristi notizie. Ma alcuni fatti, più di altri attirarono la loro attenzione, per prima cosa la capacità di Isonia di Prevedere molti attacchi che avevano subito, nonché di anticipare in battaglia le mosse degli avversari, ma anche il fatto che Someli era riuscita a guarire Fana, ferito ad un braccio senza usare medicamenti. Entrambe le donne spiegarono che quelle doti le avevano fin da bambine, ma Eacyn le trovò strane, come era strano il fatto che anch'egli avesse un talento particolare: poteva muovere a piacimento gli elementi. Che questo avesse a che fare con le città risparmiate? Si chiese.
«E voi Fana? Non avete nessun talento? »
«No, che io sappia. » disse. Fin da piccolo riusciva a parlare con le creature dei boschi o con quelle magiche, ma in fondo non gli sembrava un gran talento, e poi nel suo regno c'erano sempre stati molti rappresentanti di quelle creature. «Piuttosto » continuò «Mi sto chiedendo di quale potere parlasse il vecchio elfo »
«Voi avete capito quello che diceva? » lo sguardo di Someli era interrogativo.
«Voi no? » Fana guardò le due donne che scossero la testa.
«Allora è questo il vostro talento! » Mentre i quattro sovrani continuavano a parlare di quanto andava accadendo nei loro regni, nella tenda di Eacyn entrò Oundus, il vecchio ed ossuto servitore.
«Come sapete mio signore non ho trovato nessuno dei membri della corte, però ho trovato questo libro, magari potrebbe esservi utile » e porse l'oggetto ad Eacyn. Era un volume vecchio e pensante.
«Ne dubito, perché l'avete portato? »
«Tutto nel palazzo era bruciato tranne questo libro, mio signore » Eacyn esaminò il libro, per quanto vecchio era in buone condizioni. Congedò Oundus e si accinse ad aprire il volume. Dentro era illustrata la storia della strega Granna e vi era anche spiegato come l'unico potere a cui la strega era sensibile era quello di un raro diamante detto Croi Dubh.
«Stanno accadendo le medesime cose del libro » disse Isonia
«dobbiamo trovare il diamante » esclamò Someli.
«Non si può, qui dice che è andato distrutto in una magia »
«Non ha senso...perché se l'unico potere cui è sensibile la strega è quello del diamante non ci ha attaccati? »
«Veramente la mia capitale è stata attaccata, ma è successo qualcosa di strano, come se qualcosa si fosse intromesso nell'attacco, ed ha resistito...almeno finché ci sono stata io » disse Someli.
«Allora è ancora più strano, il vecchio elfo ha detto che il potere che ha invocato i dragoni non è abbastanza forte contro di noi » riprese a dire Fana
«Qui » continuò leggendo Eacyn «dice anche che il diamante si è spezzato in quattro parti prima di sparire »
«Noi siamo quattro, forse c'è un modo per trovare i pezzi e ricomporlo » suggerì Someli, rivolta ad Eacyn.
«Forse, e forse no, ma uno di noi deve andare nella regione di Indoor, lì forse qualcuno ci aiuterà »
«Andrò io » Disse Fana. Gli altri acconsentirono, così egli poté intraprendere il suo viaggio. Venne attaccato due volte, e quando raggiunse Idoor dovette affrontare alcune prove prima di poter parlare al mago che regnava sulla regione e alla sua corte. Passarono molti giorni prima che potesse fare ritorno a Tries.


«Non porto buone notizie » esordì entrando nella tenda di Eacyn
«Che notizie portate dunque Fana? » chiese Eacyn.
«Nessuno è in grado di trovare Croi Dubh, il diamante si può solo invocare, ma nessuno sa come>
«Che possiamo fare allora? » chiese Isonia, seduta accanto a Someli in un angolo della tenda.
«Lo stesso elfo che incontrammo nel bosco, e che fa parte della corte di Idoor, mi ha detto di combattere, solo uniti però »
«E allora combattiamo! » esclamò Isonia
«E allora combattiamo! » ripeterono Eacyn e Someli.
Fana raccontò loro che il vecchio elfo gli aveva detto che la vera risposta alla loro domanda era racchiusa nel loro cuore, ma non aveva spiegato nulla di più. Lo stesso giorno si misero in viaggio, verso Ovest dove un tempo sorgeva il regno della strega. Gente di Atlica, giunta a Tries dopo la distruzione di Ion, disse di aver visto la strega verde, Granna in prossimità del confine, la strega rivoleva le sue terre per fondare nuovamente Angor e renderlo più forte e grande. La strada percorsa dai quattro sovrani fu irta di pericoli, ma il talento di Eacyn fu molto utile per volgere la situazione a loro vantaggio, come anche il potere di Isonia.


La battaglia che dovettero affrontare fu la più difficile che essi avessero mai combattuto. Cercarono con tutta la forza che avevano di sconfiggere la strega, ed impiegarono tutti i loro talenti, che furono utili, ma non servirono a farli vincere, tanto più che più combattevano e più le loro forze e le loro doti si indebolivano, rendendo la strega più forte.
Proprio quando la battaglia sembrava giunta al termine e loro quattro erano ormai circondati e allo stremo, Isonia urlò: «Invochiamo Croi Dubh! »
«Ma come? » gridò di rimando Fana
«Prendiamoci per mano, ho avuto una visione » urlò ancora Isonia, per sovrastare il rumore delle spade e delle armi.
Così fecero, non appena le loro mani furono unite una spirale di vento formatasi dal basso li sollevò nell'aria e dai loro cuori uscirono i quattro frammenti del raro diamante. La pietra poté così essere riunita ed il potere irradiato da essa, insieme alla capacità dei quattro eroi di credere all'esistenza di Croi Dubh, malgrado tutto, sconfissero definitivamente Granna. Ma vinto il nemico, il diamante si ridivise in quattro e tornò ad albergare nei cuori dei sovrani, dove lungamente si era nascosto. Fana ed Isonia unirono i loro regni e loro cuori, così anche Eacyn e Someli. Di comune accordo i quattro, divenuti ormai più che amici decisero di unire anche i due nuovi regni che si erano formati in un solo grande regno, che prese il posto di quello che anni e anni prima era il regno di Sughur. Il nuovo regno prese il nome della pietra che aveva salvato quelle terre: Croi Dubh e finalmente in quelle zone ritornò la pace e l'armonia dopo lungo tempo.


Il racconto è frutto della fantasia dell'autrice, per cui ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale.




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Opera scritta il 16/04/2016 - 17:10
Da Marirosa Tomaselli
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