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Doppio Taglio

“In ogni donna rimane sempre una traccia della bambina che era… Una dannatissima capricciosa traccia”
Pensava tra se e se Giorgio Belleri, stilista, proprietario di una nota casa di moda milanese.
Un uomo dalle mille esperienze, che portava con disinvoltura ed eleganza i suoi quarantacinque anni, non senza invidie dai suoi coetanei. Longilineo, dal fisico scultorio e curato, di successo, ricco, separato… e ci sapeva fare con le donne, che esibiva nei locali in della movida Lombarda.
O forse era questa… l’apparenza. Ma, c’era qualcosa – in fatto di donne - che lo turbava... o lo rendeva perlomeno nervoso.
Un pensiero fisso… un chiodo nel cervello.
Henriette Bergeaud, sedeva in prima fila, di fronte a lui, nell’affollata sala conferenze dell’Hotel Palace. L’evento era riservato alle interviste stampa ai big della moda, che nei giorni precedenti avevano animato le sfilate nella galleria d’alta moda. Si trattava di routine, in fondo, nulla di che… erano state le passerelle a parlare e a far parlare di se. E tuttavia, quella circostanza cominciava a pesare, e non poco, sull’equilibrio psicologico di Giorgio Belleri.
Che splendida mora… Henriette, di trentotto anni. Affermata corrispondente di moda, in Italia, per una testata giornalistica di Parigi. Lineamenti delicati e penetranti, non molto alta, ma dal fisico ben distribuito... formidabile siluette retta da quelle caviglie talmente sottili…


La mente andava alla sera prima, quando aveva avuto uno scambio di battute con la bella Henriette…
Lei lo aveva avvicinato, al termine di una sfilata di modelle, nel salone del rinfresco, dove il Giorgio sedeva con un gruppo di amiche e amici, che condividevano con lui un prosecco superiore di Valdobbiadene.
La presentazione aveva ragione di essere, per motivi professionali certo, ma le cose andarono diversamente…
Lei gli si sedette accanto, e i discorsi intercalati da vari ragionamenti dei partecipanti, divennero molto più intimi e personali. Era bellissima… e sensuale. La mano esperta di Giorgio, come nulla fosse, s'infilò tra le pieghe discendenti del copritavolo, e prese ad esplorare un ginocchio della bella, e a salire… fino a raggiungere un conturbante reggicalze.
“Voi stilisti Italiani… avete l’immaginazione… e l’ispirazione… e tuttavia non potete fare a meno di noi Francesi”.
Così parlava Henriette, mentre accompagnava la mano dell’uomo, con la sua, sui lacci del reggicalze, che sbottonava lentamente…
Giorgio, imperturbabile, ribatté con tutta calma: “Ha ragione Madame… ha ragione! Ma, ora… se non le dispiace… ecco, se lei volesse seguirmi… vorrei mostrarle qualcosa in anteprima… alcuni vestiti mai esibiti, che vorremmo considerare per la prossima collezione”. La donna rispose con un accenno di sorriso, più che eloquente, riguardo alla propria disponibilità. Giorgio si congedò dai presenti… seguito da un chiacchiericcio soffuso, simile al brusio delle mosche indaffarate su di un inarrivabile banchetto.
L’intesa tra i due fu immediata… Lei vide gli abiti, e ne indossò uno. Un lungo vestito da sera, di pizzo, e lui ne verificò l’aderenza… sui contorni eccitati di Henriette… e andò a finire come solo voi potete immaginare.
Le pareti del Camerino sembravano cedere sotto la passione e un amplesso travolgente… e lui le mise persino una mano sulla bocca… quando la sua voce sembrava volergli squarciare i timpani.
Quando uscirono dall’ambiente, lei gli confidò, con un sorriso: “Capisco che tu abbia avuto paura di qualche conseguenza, ma non è tenendomi la mano sulla bocca… che puoi impedirmi di dire quello che penso”.
Lui ribatté… “Oh, va bene, non era questa la mia vera intenzione, e spero di potertelo dimostrare… se me ne dai l’occasione”
“Ok” disse lei “magari ci vedremo domani, alla conferenza, quando potrò farti delle domande sulle sfilate?”
“Sarò ben felice di rispondere alle tue domande” ribatté Giorgio “A domani”…
“Domani sarà già qui” disse lei “Merci bocu… ciao.. ciao”.


Ma, ora…. sta accadendo qualcosa. La sala conferenze emana un presagio sconvolgente…
Henriette siede accanto ad un ragazzo, più giovane di lei. Atletico, ben vestito. “deve essere uno sportivo… un calciatore”… pensava ancora Giorgio Belleri.
La sua mano scivolava sulla coscia di Henriette, in una sorta di leggera carezza, come a voler saggiare il velluto di quella pelle…
Giorgio sentiva uno strano calore salire dalla gola verso le tempie… e la vista che tramutava i colori bianchi dei neon.. in un'iridescenza tra il rosso e il viola.
“Signor Belleri!” esordiva Henriette. “Vorrei farle qualche domanda"… “ Conosciamo tutti il successo della sfilata… ma io vorrei chiederlo qualche anteprima. Ecco… vorrei sapere da lei come vede le nuove tendenze, magari per la prossima estate”…
Giorgio Belleri era confuso… Le corde vocali paralizzate… chiese un bicchiere d’acqua, poi si alzò, frastornato.
A malapena riuscì a pronunciare un “scusatemi”. Si alzo e si avviò nel retro locale senza fare più ritorno in sala…
(gelosia)




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Opera scritta il 02/07/2016 - 12:37
Da Francesco Gentile
Letta n.1194 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


FRANCESCO....mi è piaciuto moltissimo, scritto e descritto molto bene in questo tuo racconto l'inquietante gelosia ha fatto breccia in quest'uomo che si sentiva tanto sicuro di se.....non bisognerebbe mai esserlo le certezze non esistono. Complimenti bravo

mirella narducci 03/07/2016 - 01:52

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Bellissimo racconto.bravo.

antonio girardi 02/07/2016 - 18:27

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Bel racconto che mi ha fatto sorridere ad un certo punto della stesura... Ops !!! 5* meritate

ANNA BAGLIONI 02/07/2016 - 17:39

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MOLTO BELLO IL RACCONTO SCORREVOLE LA LETTURA 5*

POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 02/07/2016 - 17:24

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Ma, a proposito di errori, Quattro Stagioni, mi piacerebbe vedere il testo corretto secondo le tue indicazioni... perché sarebbe quello il miglior modo per farmi comprendere i particolari. (dialoghi diretti, indiretti, virgolette... che cavolo ne saccio io ahahaha)Scherzo, naturalmente... Tu mi dirai che quì non siamo a scuola... ma io almeno ci ho provato (ecco, per esempio, non so se "ci ho provato" si può dire). Grazie.. ci voleva un critico da queste parti..

Francesco Gentile 02/07/2016 - 17:22

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Ciao Rocco, grazie per il passaggio... e la tua inossidabile presenza.

Francesco Gentile 02/07/2016 - 17:11

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Ho molto gradito, inoltre, le osservazioni di Quattro Stagioni, che ringrazio di vero cuore. Ieri sera avevo scritto degli appunti... e stamane ho completato il breve racconto... che mi sembrava abbastanza buono. Ho fatto delle correzioni veloci, eppure rileggendolo, malgrado l'impegno noto alcuni errori. La mia base scolastica è abbastanza limitata (non sono nemmeno diplomato)e faccio persino fatica a comprendere gli accorgimenti tecnici che mi suggerisci. Ma ti sono grato, davvero tanto, perché almeno so che nella sostanza posso andare avanti... Grazie

Francesco Gentile 02/07/2016 - 17:09

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Grazie davvero Salvo... La tua considerazione è molto importante, e grazie anche a te Nadia.. sono contento che ti sia piaciuto.

Francesco Gentile 02/07/2016 - 17:01

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Un connubio tra gelosia et rabbia... in un acuto quanto scorrevole racconto.
Il mio elogio e il mio lieto fine settimana.
*****

Rocco Michele LETTINI 02/07/2016 - 15:27

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Peccato che hanno già deciso le premiazioni... il racconto è bello, sia nel contenuto che nella stesura, anche se alcune questioni andrebbero chiarite da un punto di vista dell'uso dei simboli. per esempio, le " vanno bene per i dialoghi indiretti, come giustamente messo nella prima frase dove compare il verbo pensava. Allora per i dialoghi diretti vanno usate le virgolette caporale( facili da trovare in funzione del programma ddi scrittura) oppure la lineetta lunga -- che è la riunione delle due lineette brevi. anche per quella c'è il modo.
Insomma, una buona analisi poi dovrebbe riguardare la punteggiatura, che in alcuni casi( pochi) è impropria...esempio mai la virgola dopo il soggetto...etc...

Quattro Stagioni 02/07/2016 - 14:49

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ciao Francesco bel racconto scorrevole,passionale e simpatico. Complimenti! dimenticavo... pure la mano sulla bocca...sei tremendo!
Nadia
5*

Nadia Sonzini 02/07/2016 - 13:40

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Ciao,
la gelosia di Giorgio Belleri è anche rabbia. Che gran bel racconto Francesco!
Merci beaucoup, cher ami. Hai fatto vivere e palpitare delicatamente tutti gli ingredienti di un focoso amplesso con l'aggiunta di una mano sulla splendida bocca a tappare il gridolino
della bella Henriette.

salvo bonafè 02/07/2016 - 13:23

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