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Marea

Come la marea
mi risucchia dentro e poi mi butta giù
quando quasi mi sento soffocare
da questa noia che mi opprime
la tua assenza
mi mangia le ossa, i capelli, le narici
la tua assenza mi opprime
come un peso che non posso
e non voglio sopportare.
Sapere che ci sei
sapere che vivi mentre vivo io
e non poterti godere
non poter desiderare la tua presenza
fuori dalla mente misera
quanto ti vorrei.
Ma tu non mi senti
non mi vuoi sentire
non sai sentirmi
non parli la mia lingua
sei così banale
che quasi mi odio
nel vedermi desiderarti.
Presero il nostro corpo voglioso
lo risucchiarono sino al midollo
poi sazi
come le iene nel deserto
si scostarono incuranti
dei brandelli di carne circostanti
neppure un bacio fu più elargito.



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Opera scritta il 02/05/2017 - 18:58
Da greta urti
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Commenti


Constatazione di una lontananza dei sensi, dei cuori. Una lontananza fisica che morde la pelle, il desiderio di un contatto che non c'è.
Un silenzio assordante che fa male.
Solo il ricordo di passioni, ormai solo ricordo.
Versi molto belli, sensibilità espressiva molto intensa.

ALFONSO BORDONARO 03/05/2017 - 12:15

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