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Son io

Son io quel nessuno che non cerca nessuna, che all'alba guardando alla finestra puntualmente ti pensa e spera che il suo sogno s'avveri.


Son io quel nessuno che per te ogni dì raccoglie un fiore nel giardino dell'amore e incantato dalla luna nella penombra della sera crea la giusta atmosfera.


Son io quello geloso dell'anima tua perché se il corpo puoi esibirlo l'anima no, puoi solo mostrarla a chi ha occhi per vederla,


sempre io colui che seppur lo rifuggi, sebbene il cuor gli trafiggi incondizionatamente ti ama perché il tempo passa ma il sentimento non passa, quel tempo in cui ha seminato amore e raccolto rancore.


Non esistono parole per dir quel che sento, forse perché non ci sono parole che sappiano dar l'ali all'amore per farlo volare, quell'amor che tu hai spento e paziente ogni dì riaccendo.


Ma ciò di cui mi pento è aver sbagliato il momento, d'esser nato nel mondo sbagliato e per sbaglio averti incontrato, tu la persona sbagliata, quella a tutti i costi da evitare, da proteggere, amare e corteggiare.


Eppure mi piacerebbe sapere che ci sei per poter sbagliare, ingoiare delusioni e bocconi amari, sentirmi soffocare dai sensi di colpa, deludermi,


affondare nella tua sabbia, masticare la mia rabbia e in un misto di possesso e dolcezza farmi trasportare dalla tua ebrezza.


Sei il fascino fatto persona, la bellezza che mi appassiona, vorrei averti vicina per raccogliere l'intimità delle tue sfumature, l'infinità delle tue paure,


sentir le mie mani sul tuo corpo, sulla tua nuda pelle e tra risa e complicità risvegliar la donna ch'è in te, con un pizzico di follia far emergere la femmina che é in te e finalmente sentirti mia.


Dopo una lunga attesa, nel fluir di dolci sensazioni, mentre il brivido ci avvolge farsi trasportare dalle forti emozioni,


con il gioco che si fa intimo accorgermi che mi resisti e insisti rendendomi impaziente, rendendoti provocante, allora implorarti sino a impazzire, supplicarti amore e piacere, come una belva che s'è desta smarrirmi sino a perdere la testa.


In un eccesso di follia urlare al mondo che sei mia, che sei ciò che sei, quel che vorrei, perché nella mia solitudine solo io percepisco l'intensità di questo amore


anche se al momento giusto, al momento del desiderio, quando sento che qualcosa sta per succedere... non accade nulla.



Sei l'unica, la sola che mi consola, la melodia che mi sa abbagliare che posso immaginare e non toccare, sognare ma non sentire


e quando il gioco finisce in te mi perdo e perdendomi una volta ancora son io che perdo.




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Opera scritta il 15/06/2022 - 17:51
Da Vincenzo Cassano
Letta n.357 volte.
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Commenti


Un testo interessante, letto con piacere

Anna Rossi 18/06/2022 - 04:36

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