La fiamma indugia
e cola cera,
malgrado il vento scompigli il rosso
ed č di sera.
Si strazia il suono
calmo di una voce
sui brusii caduti
tra i lampioni,
luce di marmo
come neve che
non fonde,
ma confonde.
Sento profumi,
effluvi come
sbadigli sulle
mani, si aprono
porte sui gradini
e un passo avanza.
Mille lune oppure
una, esita sui
ventri molli
di falene mentre
van le dita a
frantumare diesis
in chiave e
accordi in
si bemolle.
Sventra il cuore
della notte
l'occhio nero
che si stende
ad oriente, da
tre giorni
scivolando come
un'onda mi sovrasta.
Muta la parola,
ed č un suono
che mi parla.
Sono attimi,
termini di rughe
sulla fronte,
ed č come quando
nei miei occhi
tengo il mare.
e cola cera,
malgrado il vento scompigli il rosso
ed č di sera.
Si strazia il suono
calmo di una voce
sui brusii caduti
tra i lampioni,
luce di marmo
come neve che
non fonde,
ma confonde.
Sento profumi,
effluvi come
sbadigli sulle
mani, si aprono
porte sui gradini
e un passo avanza.
Mille lune oppure
una, esita sui
ventri molli
di falene mentre
van le dita a
frantumare diesis
in chiave e
accordi in
si bemolle.
Sventra il cuore
della notte
l'occhio nero
che si stende
ad oriente, da
tre giorni
scivolando come
un'onda mi sovrasta.
Muta la parola,
ed č un suono
che mi parla.
Sono attimi,
termini di rughe
sulla fronte,
ed č come quando
nei miei occhi
tengo il mare.

Da Anna Cenni
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