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Ancora in Viaggio (stornello, Campana della Candelora) -1a tappa

Il salotto itinerante riparte alla volta di quei vicoli dove dai balconi senti le canzoni, le partite la domenica e la gente che si mette a tavola. E ti consola questa straordinaria quotidianità…
Narrano che in un’imprecisata notte dell’anno piccole luci, avanzando a una velocità non tanto sostenuta, scendano verso la croce di metallo posta sulla vetta del Monte Pendolo per poi spegnersi. Il bagliore rossastro ogni anno ha spettatori i vicini Comuni di Gragnano, Pimonte e Castellamare di Stabia ma giunge sino ai cieli di Pozzuoli e Sant’Antimo.
La leggenda vorrebbe che quelle trottole luminose siano le anime del Tasso, che risiedeva a Sorrento, e della poetessa Sarrocchi nativa di Gragnano che si ritrovano in incontri culturali sui Monti Lattari. (La leggenda dei Poeti)


Viaggiano con me poltrone di varia foggia in attesa di sagome nitide e ombre, e presenze.
Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli.
Ma preferisco di gran lunga la presenza.


Per te ho scelto lo Stornello (da non confondersi con la stornella romagnola), un tipo di poesia generalmente improvvisata, d'argomento amoroso o satirico affine alla filastrocca. Tipico dell'Italia centrale, in particolare Toscana, Lazio e Marche, successivamente si è diffuso anche nell'Italia meridionale. Secondo alcuni storici il termine stornello deriverebbe dall'uso di cantare a storno (a rimbalzo) di voce da un luogo a un altro. Questo tipo di componimento è costituito da un numero imprecisato di strofe, ognuna solitamente composta da tre versi: il primo è un quinario, e spesso contiene l'invocazione a un fiore, mentre gli altri due sono endecasillabi di cui il primo è in consonanza e il secondo in rima col verso d'apertura.
Nel mentre leggerò…


Lasci la neve
col tuo stelo esile tra il ghiaccio lene
effondendo quel profumo ancor lieve,
oh bucaneve
discreto tu e color delle candele
spingendo le foglie nell’aria greve.
Strega d’inverno
ti consegna in un fiato al padreterno,
dalle dita alle pieghe d'un quaderno


Allora Nicola, prenderai posto accanto a me?
L’ispettore del racconto giallo, col curapipe e il suo pigino nella tasca del paltò, appunta sul taccuino: un esempio tipico di stornello "con fiore" lo si trova nella Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni


Fior di giaggiolo,
gli angeli belli stanno a mille in cielo,
ma bello come lui ce n'è uno solo


Corre l’anno 2022, invito a salire in carrozza per Meles Nicola.
A cassetta mi sta seduto accanto un album di ricordi con le fotografie di chi è stato con me nel precedente viaggio da sfogliare con quello stupore nel guardare al lavoro el molètta, l’arrotino… in Calabria affilafòrfici. E lo scrivo dietro alla foto di G. Silvestri.
Andava fiero del suo mestiere, nonostante i guadagni scarsi, e si vantava di non dover obbedire ad alcuno e di poter lavorare dove voleva e senza osservare alcun orario; affabile e paziente agli occhi meravigliati delle massaie che facevano capannello intorno a lui. Un poco di dolcezza non guasta.
Ah, se tornassero i brumisti…




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Racconto scritto il 25/01/2022 - 07:48
Da Mirko D. Mastro
Letta n.422 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Benvenuta, grazie...

Mirko D. Mastro 28/01/2022 - 10:30

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Basta leggere e poi chiudere gli occhi e quindi rivivere il passato che poi in alcuni posti non è tanto passato, a volte l'arrotino testardo ancora fa il suo giro con la sua bella macchina( BMW), i tempi sono cambiati ma qualcosa ancora resiste. Bel racconto.

Graziella Silvestri 28/01/2022 - 08:44

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