RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Innamorarsi é una malattia Innamorarsi è una malattia , uno stato alterato di coscienza, io mi annullo..
Perdo la bussola, vedo solo amore, e mi annienta, mi devasta. Mi piacerebbe non essere cosi come sono , non essere debole. Ma lo sono ...la situazione è questa non riesco a liberarmi da questo giogo. Sono appesa al patibolo,sto per morire. Chi è stato a mettermi lì? Chi mi ha preparato questo rogo? Buttatemi alle fiamme. Nascondete il mio corpo, trasformatelo in cenere, non voglio più patire. Lasciatemi ardere ,lasciatemi , lasciatemi sola con il mio fuoco che bruci tutta me stessa. Sono nuda , e soffoco per il fumo, di questo fuoco che si spegne, poi si accende di nuovo, poi si spegne, poi si accende di nuovo, e io sono lì a lasciare che le ferite si riaprano , guariscano poi si riaprano Non ho pace, è un inferno perenne, inferno e paradiso , ombra e luce purezza e voluttuosità.
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Inneggiamo al Signor Inneggiamo al Signor,
ma in che modo? Osservando il mondo che ci circonda forse non lo abbiamo mai fatto o se lo abbiamo fatto non è stato nel modo giusto. È solo amore quello che intendeva insegnarci. Un amore che abbiamo trasformato in brutture di ogni genere, con l'umana vigliaccheria, di imputare a Lui quelle che sono le conseguenze delle nostre mancate responsabilità. 'Una noce nel sacco non fa rumore', dicevano i nostri nonni, ma ognuno di noi può essere proficuamente 'una voce che grida' , prima o poi qualcuno lo ascolterà. Il Creato è quello del Santo d'Assisi, non quello oggetto di orride speculazioni. Dovremmo inneggiare al Signore, affinché infonda un pizzico di saggezza a chi ci governa e che proprio in questi giorni sta dando il peggio di sé. Per andare avanti possiamo solo affidarci al Signore attraverso il bellissimo: 'Inno alla carità (amore)' di S.Paolo, per chi avrà la pazienza di leggerlo.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Io c'ero C’ero il giorno del tuo primo strillo, il giorno della prima parola pronunciata, del primo passo incerto e del primo disegno.
C’ero il giorno di tutti i vaccini, i giorni del Meyer, al pronto soccorso e dal pediatra. C’ero il primo giorno di asilo, del basket e il primo giorno di scuola C’ero il primo giorno di mare e di piscina, di montagna, tutti i Natali, le Befane e i compleanni. C’ero alla tua prima lettera e parola scritta, al tuo primo racconto. Ci sono stato in tutti i giorni, ti ho visto tutti i giorni fino a ieri. Ora ti sveglio.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Io ritorno da te Sei impareggiabile nel travolgermi di emozioni,
strabiliante già prima di alzarci, allestisci un paradiso ed io euforico vado a sedermi sul tuo cuore è lo spettacolo di ogni aurora ti diverti a spezzarmi il cuore, venuta a sapere che sono solo al mondo, e cosa non fai per farmi scegliere con facilità, fra tanta felicità che io metto in tasca e un po' la regalo al prossimo!! Ai bambini che mi aspettano per la strada, io suono per loro, e loro si avvicinano, canto le loro storie, cerco di infondere un po' di allegria anche prima di entrare a scuola, mi abbracciano, sembrano un esercito di piccole e graziose formichine tutte con il grembiulino nero e il colletto bianco, a qualcuno offro quello in tasca conservo per loro creaturine, ne hanno molto, più bisogno di me, loro sono la mia felicità bastano e avanzano, sono felice, mi salutano sorridenti, e ben volentieri entrano a scuola, io ritorno da te!!... (continua) ![]() ![]() ![]()
io, il tuo...tu, il mio Sono anni, e lune e soli
Inverni gelati e primavere autunnali, sono estati roventi di flipper e juke box, sono giorni di cera che cola e libri muti che non sanno parlare E, poi, ciliegie da assaporare piano, "metà tu ed io l’altra metà..." -Solo un’altra, va bene? E mordicchiamoci piano, assaporiamoci usciti dall’acqua, sappiamo di buono, la pelle di due pesche salate, fresche, ma se poi mi mordicchi e sgrani gli occhi, mi fai male con quello sguardo feroce, quello di un cucciolo con la sua preda fra i denti acuminati. E ridi di me e di te e rido in quel luccichio che hanno gli occhi accesi, illuminati da quei pensieri leggeri che restano, non come parole, ma come abbracci Possibi... (continua) ![]() ![]() ![]()
Isabel Isabel
Dentro me sapevo che prima o poi saresti arrivata, Mamma... (continua) ![]() ![]() ![]()
Isocronismo 2.0- 16,5” ancora (33” rimanenti) In cucina con Regino alla regia nessuno scopa il mare
Il giorno seguente l’apertura de “la Pendola” fui ![]() ![]() ![]()
Isocronismo 2.0- altri 16,5” (ne restano 49,5) Ristorante “la Pendola” da Regolo, regolarmente aperto con prezzi regolari
Venivo in questo ristoro ai tempi che Berta filava, ![]() ![]() ![]()
Isocronismo 2.0- nei primi 16,5” (restano 1’ 22,5”) Regolarmente la regina regola la regìa all’asticciola nella meridiana
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Isocronismo 2.0- nei restanti 16,5” (tempo scaduto) Fu eletto Primo primo cittadino per l’attitudine
a separare il grano dal loglio nell’educazione dei minuzzoli, come da consumato sindacalista. Vinse facile contro Raniero che pensava di dar da bere alle rane, Cassiano incline a cambiar casacca ed Erberto suo cugino, noto arrivista, separato e popolare per dar l’erba trastulla e incapace di dividere il grano dalla zizzania. Da quando diede la birra ai tre, cominciò a dare il calcio dell’asino e smise di dirla in rima. Addirittura si impegnò a dar nel naso al Raniero tornato alla sua drogheria, per anni suo compare dandogli la baia; diede persino lo sbruffo all’Erberto per fargli dar le mele se non avesse pagato la mazzetta per un piatto di lenticchie. Una sera fece venire a “la Pendola” Cassiano per far dir dal meschino a nuora perché suocera intenda: si lamentò col chef de rang per due forfecchie nel piatto, deciso ad insegnare ai gatti a rampicare. Quel giorno a pranzo Primo prima domandò all’oste se ha buon vi... (continua) ![]() ![]() ![]()
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