RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
Carme- giglio d’acqua (…E quel flauto tornò a suonare armonico.)
Il vecchio taciturno guardò la mano tremolante, e capì. Riprese a scrivere a fatica, lentamente dell’avvenente Mata di incrollabile fede cristiana e comprovata etica. Di lei s’innamorò d’un amor corrisposto un condottiero saraceno, tal Grifone… S’interruppe, posò la penna e rovinò nella sedia a dondolo. Annusò l’aria e udì così prone per un’ultima volta quel canto. Lo trovò un mastro d’ascia di quei luoghi guidato dal dolce miagolio di una gatta nera. L’animale sedeva sui ginocchi dell’uomo, due gocce di rugiada pendevano dai suoi occhi alidi e il primo mattino lumeggiò su due lacrime allo stagno aggrappate al petalo d’una ninfea laconica che le adagiò tra le purezze più intime. ° Vorrei somigliassero a quello stagno gli ultimi giorni ![]() ![]() ![]()
Le gambe titubanti della sedia occupata dalla noia Dopo aver parlato a bassa voce al cassetto
della sua scrivania sotto la finestra aperta sul parco, un’amica lasciò arrivare col vento una virgola del suo bel narrare ricoperta da un impermeabile color della mia matita. Così ho ascoltato il vento cercare la pioggia. La rincorreva oltre le cime bianche, tra i vicoli dei borghi approssimati, lungo la piccola roggia e i corsi d’acqua prorompente, sgorgante da sorgenti ghiacciate, come le mie mani, limpida come gli occhi di chi non teme d’esser giudicato. La cercava, stanco di soffiare, farsi timida pioggerella per potersi addormentare, con lei che sapeva suonare come nessuno mai i tasti del suo pianoforte e tradurli nel perdersi, magari anche solo, nel seguire il volo con i suoi contrasti di un uccellino, lento e poi veloce… lei che aveva mani di cristalli, chicchi gelati, e cuore di zampilli, delicati, come la notte e impetuosi come tempesta. Perché ci si ama così, come tra corde di violoncelli sfregate folleme... (continua) ![]() ![]() ![]()
Due ritagli di crepuscolo al posto degli occhi “Un contadino è più vero coi suoi indumenti
di garzato tra i campi, che quando va a Messa la domenica con una sorta di abito da società. Analogamente si può ritenere che dare a un quadro di contadini una sorta di superficie liscia e convenzionale risulti estrinsecazione di falsità. Se un quadro di contadini sa di pancetta, fumo, vapori che si levano dalle patate bollenti non è malsano; se un campo sa di grano maturo o ortaggi va bene”, dalle parole di Van Gogh. Pertanto Vincent dammi un pennello e la tua mano perché io le disegni un sorriso imperituro, affinché l’ultimo raggio di sole ristia sul suo viso. Ora che credo sia assopita sola con il suo sguardo che avrei potuto tratteggiare come custode di due scampoli di notte al posto degli occhi, ma che è così tangibile e vero come la terra che custodisce sotto la vanga le sue zolle sode. Adesso che questi due ritagli di crepuscolo al posto degli occhi sono pennellate d’autore, sfumature leggere, dentro di... (continua) ![]() ![]() ![]()
Duetto verde bottiglia Adoro guidare la mia duetto del 75
lungo la panoramica, tutta a curve, quasi sempre deserta ad eccezione del weekend dove nelle ore diurne la strada è battuta da ciclisti che amano le sue dolci linee a cubito. Qualche tornante più su e mi trovo in un piazzale ancor per poco tacito lastricato di sampietrini, a breve animato da ristorantini affacciati sul celeste pallido del mare; ma val la pena di salir tra campi seminati di gomito in gomito ignorando le lancette dell’orologio, limitandomi a contemplare le spiagge dall’alto. Rimanendo sulla strada, godendomi la frescura della mezza collina tra pini marittimi che si stagliano, tigli profumati e le ultime ginestre fiorite, supero campi gialli di grano e bisbigli giungendo a una terrazza naturale che permette d’estender la vista al litorale. Più in basso, non lontano, si intravede un cottage: vengo qui con un giornale dal ’93, ogni terzo sabato del mese. La signora col vestito a fiori incrocia il mio sguardo e ... (continua) ![]() ![]() ![]()
L'ira rocka della Tanzia (di Anna C. e Mirko D. M.) Paltroniero DJ passò al rock anni '80
"Ehi, Tanzia... balla. Che c'è, non ti piacciono i Decibel?". Intanto Tancredi con un piede sul portaombrelli da terra puliva il muso a Crice-cretino, come diceva lui per fare rabbia all'Anzina, e canticchiava "Chi sei contessa? -zum pal là "Tu non sei più la stessa". Quando la donna ancora scossa entrò a casa, in una mano la gabbietta del cricetino e per l'altro braccio Tancredi che continuava a cantare della Contessa e zum pappà, aveva la voce roca dal tanto sbraitare. Se ne accorse quando salutò la vicina di pianerottolo che fece le moine all'animaletto "Cretti... mmm cicci bellino di Mariuccia tua". ![]() ![]() ![]()
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