RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



L’autore del Tomo 6:10

nolite facere immunda


cap VI- Leggère tra le rive

Dalla mia casa col cancello di ferro, battuto e chiuso sull’orizzonte, tra il chilometro 13 e la locanda Della Cannella, mentre mi accendo la penultima sigaretta del pacchetto e annuso inebriato l’incarto di quel che resta della scorta di wafer, guardo dal terrazzo il povero Edgar che semina campi e solo campi di zenzero con l’autocertificazione sul cruscotto del trattore accanto a un panino con cipolle e formaggio nella schiscetta di metallo. Che qui chiamano “pojemnik”.
E al pensiero di infilare guanti e maschera, sarei tentato di smettere di fumare. Senza prendermi sul serio sorrido, magari prima o poi…
Ecco fermarsi dopo il guado una volante dei ghisa, da queste parti solo Policja. Il ragazzotto in divisa al terzo passo nell’appezzamento ha i mocassini pesanti per il fango della pioggerella dei giorni scorsi. Dopo avergli mostrato coll’indice la cascina oltre le foglie di cannella se ne va inveendo, e l’uomo con la c... (continua)


Mirko D. Mastro 11/03/2023 - 19:28
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Se un corvo si posasse tra il cuore e la notte…

Sulla tua pelle
il sole
chiude gli occhi,
lasciando alle stelle
rarità.
Tra quel muro dove ti presero la vita e la schiena, tengo le
ali raccolte, ancora sporche del tuo sangue. Un corvo alle volte
indica al vero amore la strada, ripulisce le ali con occhi di pietà.


-i primi ringraziamenti vanno alle autrici e amiche Margherita Pisano e Anna Cenni per l'ispirazione... (continua)


Mirko D. Mastro 01/07/2022 - 07:06
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La maledizione dell’aquilone (I)

Si narra che fluisse come acqua, di cuore puro e neutra anima
fino a che per mano delle naiadi Acredine e Basica cadde vittima
di stizza della dea Marica, gelosa dell’amore di Aquilone per lei.
Invocò su loro un orripilante anatema: confinò Ninfa nella torre degli Alisei,
e legò Aquilone a un filo di voce. Se Ninfa fosse riuscita mai a fuggire con qualche astutezza,
entrando in contatto con l’aria e confondendosi con essa avrebbe perso di purezza.

Si dice che sulle sponde del Treja nelle giornate di solleone, quando
il cielo sereno fin giù nel sottobosco rende azzurra ogni pervinca colando
su tappeti di anemoni, tra i non ti scordar di me che bordano le andane strette
girandoli una fanciulla; e che s’odano i di lei bisbigli salir ai filari tra le felci con le bianche egrette.
Così, intendo farmi trovare pronto a partire prima che la prossima ora rintocchi:
recluterò quante più matite, ciascheduna ben temperata, così da non avere intoppi.
Come ogni viandante della mia sp... (continua)


Mirko D. Mastro 07/07/2022 - 07:27
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f.a.t.a.

Il tepore del Fuoco si adagia, imbarazzato
sulle tue forme.
Lui, elemento vivificatore. Il principio della vita che scaturisce da tale tempra mondatrice, ora, così in te dorme.
La percezione del tuo respiro, da asserire cosmico, dentro le nadi calma la mente. Dandomi pace.
Una coscienza d’equilibrio e centralità seda il mio
piglio contumace,
fa sì che prana pervada il mio essere. Rende a me un poco meno intangibile il tuo soffio vitale.
Ammansisce l’afrore, intanto l’Aria diviene via via più debole. E ti fa da guanciale.
La Terra si addolcisce,
materia primordiale, e muta in giaciglio.
Domani con l’aurora aprirai le porte del giorno. Ospiterai, nutrirai ancor la mia vita con ogni tuo piccolo dettaglio.
Nulla mi attrae più dell’aurora, ma il mio destino
è dimorare sul fondale, fin quasi nelle profondità
di tritone nel suono di un corno di conchiglia, dove
i confini restano ancora da scoprire.
L’Acqua ti lambisce la schiena, e mi ha promesso
il mare che mi porterà dent... (continua)

Mirko D. Mastro 11/07/2022 - 07:31
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Sono il pennino di una Musa annegato nel calamaio

Arrivai in questo luogo per sfuggire agli occhi di una donna che nemmeno conosco.
Sono la memoria di un viso sbiadito, così celestiale da dover avere di diritto un posto nell’Olimpo, non questo chiostro
se non fosse quel viso stato cagione dell’invidia degli dei, mentre su questa terra non trova epiteti quanto basta soavi per narrarlo la penna tra le mie dita.
Sono qui da così tanto tempo che non so dire
cosa sia lirismo,
e quale la mia vita…

…il ricordo annebbiato dei capelli di lei che gli accarezzano
la mente, ha il sapore di perifrasi.
Non giacque mai al suo fianco, ma nei suoi carmi lei
seppe toccare le corde dell’estasi.
Divenne quel pensiero maleducato che si infila dappertutto, che porta fin sull’orlo di impazzire.
Fecero l’amore nei suoi versi. E quando lei
tacque, per un breve attimo si sentì morire.

(elegia prosastica III -Mitografia, agosto 2020)... (continua)


Mirko D. Mastro 13/07/2022 - 07:32
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