RACCONTI

     
 

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Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Il tocco

Mi guardavo allo specchio e pensavo che il dolore e la paura fossero le cose più belle ch’io avessi mai indossato
Vestito maglietta pantaloni scarpe alte calzini sciarpa cappotto mantella pelliccia
Ero vestita di niente e mi portavo addosso la sofferenza come d’inverno la neve sulle montagne.
Prepotente m’incastravo tra i pezzetti d’una vita che mi si scioglieva addosso.
Che non si osi dire di me come di una donna forte e temeraria
Che non diciate di me come di mistero in attesa d’essere scoperto
Se tento di scoprire la più piccola parte di me,è il gelo
E ho freddo
Tremo
Gemiti e
Il vento mi accarezza il volto la gamba la bocca
e sposta l’angolo dell’abito cui tengo di più
La vita mi aggredisce e spaventata s’allontana
Carne putrefatta ora osano chiamarmi
Mi copro e tento di far riconoscere la mia vera essenza
Vi urlo Dolore,
chiamatemi dolore.
E l’incomprensione della felicità,dell’armonia,dell’ironia e della tranquillità m’avvolgono d’un riso travolgente e fastidi... (continua)

Ludovica Gabbiani 30/05/2017 - 15:12
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Un pomeriggio di maggio.

Quant’ è difficile la vita quando inizia, le dissi.
Mi guardo esterrefatta.
Con un velo d’ironia mi guardò e disse : “ Hai vent’ anni , dovresti saperlo da un bel po’ quant’ è difficile la vita ! “
Si alzò e mi lasciò sola con i miei pensieri.
Lo spazio immenso tra me e quello ch'udivo.
Il tempo si dilatava in me e sentivo scorrere in minuti così lenti che potrebbe dirsi essere passata una vita , ed io ero lì.
Ferma immobile e la terra immota , sospesa su una vita ch’ a me pareva ancora così difficile.
Decisi di rispondere all’ affermazione di mia madre senza tutta via risponderle mai.
E’ difficile la vita quando inizia.
Per me la vita ebbe inizio quel pomeriggio di maggio , quando guardai mia madre e riuscii senza timore ,
a sbatterle in faccia la mia esistenza.
Io esisto;
le dissi quella sera di maggio.
Esiste il mio amore per le donne come gli alberi che s’affacciano sul mondo da un seme che lento,
cresce.
Esisti tu che come l’ombra che segue la sagoma senza raggiun... (continua)

Ludovica Gabbiani 30/06/2017 - 20:56
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Mia sorpresa, Mia vita.

Ti ho pensato così forte che mi si è fermato il respiro, ed ero felice si fosse fermato al pensiero di te , per poterti dare in qualche modo un po’ della mia essenza.
Però poi mi son ricordata di me e sono riuscita a riprendermi quel piccolo soffio che mi basta per scriverti adesso , sto ansimando , ho quasi il fiato corto.
La sofferenza mi rende meno bella ma sempre un po’ più viva.
Amo sentirmi così, alzare gli occhi al cielo e costruire tra le nuvole un’emozione che abbia il tuo sapore e la faccia dei miei nonni.
Ho sempre amato i miei nonni e promisi da bambina di non condividere con nessuno l’amore che dalla nascita sto per loro,costruendo.
Poi sei arrivata tu e d’improvviso tutte le parole i gesti le promesse le paure i rimpianti i difetti le notti insonni la paura del buio la paura di non essere abbastanza l’insofferenza per una realtà troppo lontana da me la voglia di sparire il timore di non riuscire la paura di ingrassare il tempo che scorre l’orologio che cammina il tre... (continua)

Ludovica Gabbiani 11/07/2017 - 23:05
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andare

Si potevano udire il canto di merli e le urla di madri
da quell'androne isolato nel bel mezzo d'un anima
una ragazza dalle lunghe ciocche scure e l'occhi stanchi
la pelle a buccia d'arancia
la bocca bagnata , salata
in un mare d'immenso era solita viaggiare
perdersi e poi perdersi
con la paura di poter tornare
si faceva trascinare dalle correnti e
a largo non temeva
grossi pesci o morsi di serpenti
era forse la radura o l'oceano
che premura aveva
portava con sè l'intenso coraggio
come pece nera
inconfondibile
negli occhi lo si leggeva..
Angela Caterina O forse Margherita
a quante donne somigliavi
da tante altre poi scappavi
non amavi la corsa
ma andare e andare
senza sosta.
Ti fermasti a mirare l'aurora
abbassando l'occhi sentisti il profumo
del grigio , delle sporche mura
fu il sogno a tenerti in vita
e fosti viva per qualche dollaro e
il coraggio di percorrere una strada in salita.
Esausta non fosti mai , camminasti in mezzo ai guaji.
Tua madre in si... (continua)

Ludovica Gabbiani 20/07/2017 - 17:20
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Il giorno

Non nuda ma vestita dell'odio
quel giorno di Luglio
apocalittico
crudo
quel giorno del mondo
incompreso , astuto
m'ha colto non adagio
impeto spaventoso
mentre intenta a scappare
da un mondo che m'aveva disegnato un'altrove
caddi.
E tu mio Dio , se ora alzo gli occhi al cielo
agghiacciante è il nulla.
E tu mia madre , se mi scavo dentro
vuoto vuoto e ancora vuoto
non tua figlia ma animo ignoto.
E tu , cielo
padre degl'astri
Il sole che m'ha illuminato il giorno
La notte che m'ha illuminato il nulla
non ridi di me?
Povera creatura
sola , intrepida
mi volto e cerco un viso familiare
bujo;
tutto bujo.
A nozze con la morte
vai e sali sull'altare
O maledetta sorte
s'avessi saputo
d'inciampare nel nulla di questa mia terra
e ritrovarmi a terra
tu terra
suolo arido
terra arsa
nessun nome , non mi chiamasti
ma mi togliesti la speranza
nato
dissero di me come di uomo
che con gli strumenti della terra
poteva farsi da solo
fui solo ma non potei fare
n... (continua)

Ludovica Gabbiani 24/07/2017 - 16:16
commenti 3 - Numero letture:1085

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