RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Morire senza morte

«E morivo quando grondasti parole tronfie e secche.»

Come la terra brama l'acqua così l'arsura dei tuoi gesti arricchì la mia sete.
Vagai in un'ansa della follia inghiottendo il veleno di mille scorpioni nel mio crescente deserto, ti porsi allora il nudo petto attendendo che tu mi dessi morte e nell'attesa vissi morendo.
Poche recalcitranti polveri respirarono il senso del calore nel freddo nascosto del sibillino antro.
Smarrito nell'incipiente finire interrogai le sacre pietre dell'orizzonte e steso sull'ultimo dolmen voltai le mani nel palmo del cielo e attesi.
Fui matita nera d'un tratto dimenticato e pianto d'un geco senza roventi giacigli a cui poggiare ogni sensazione.
Chiesi la via per lo Stige non possedendo alcuna moneta da mordere e, dopo avermi indicato la strada, m'accolsero aprendo le porte…

Dante mi venne incontro maledicendo nere parti che di lui fecero beffa, io lo abbracciai ancor scuro d'anima e gli raccontai di te che non hai nome se non nel nome stesso im... (continua)


Jean Charles G. 03/08/2022 - 09:41
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Notte di rugiada e grilli

S'aprirono cadenti luminose foglie di pensieri sul viale che conduceva al bosco dei desideri perduti.
Una serie di piccole statue di marmo sorvegliava il sentiero.
Accarezzavo a ogni passo la luce che si insinuava tra gli arbusti colpendo i miei occhi che da molto tempo d'essa erano privi.
Proseguivo nel buio della mia anima, l'istinto mi portava lontano, non avevo bisogno di visioni per comprendere, a stento comprendevo i perché generati dai dubbi.
Nel dubbio vivevo ascoltando le melodie provenienti dai rami penduli e dalle cime di vecchi e storpi alberi.

«I suoi capelli si allungavano verso di me, lasciandomi profumi mai sopiti nel mio immaginario, spento dagli echi delle ragnatele del tempo»

Alcuni sassolini procedevano a balzelloni accanto, mentre i piedi scalciavano quel che restava della vita.
Ogni tanto salivano scricchiolii dai rametti che si spezzavano al mio passare, quei rumori tenevano sveglio il cuore, impedendogli di addormentarsi.
Eppure era quello che avrei ... (continua)


Jean Charles G. 05/08/2022 - 11:37
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E venni nel divenir del tempo

«Venni di lontano,
venni senza sapere come
venni senza sapere dove andare».

Eppure venni in questo mondo
portando meco sol ricordo dei trascorsi.
Remota fu la vita
nella forma,
nella sostanza
e quando compresi d'aver perduto terre
m'aggrappai ad arida zolla,
vagando per aridi campi
che l’alma tutta mia era composta.

V'era un sentiero
pel discendere della piana,
esso traversava soglia ch'al mar discenneva.
D’esser in solitudo ero gaudente
e del percorrere suo
m'adombravo dell'ombra mia istessa.
S'addormivano così levi e pulchri sentimenti
e, in fianco a spinosi mirti,
la vista spingeva il guardare
oltre le selvagge mimose.
Preso da insana follia
m'atteggiavo a volare
dei ripidi massi non curando
'sì da tuffar spirto
in perigliose acque.
Trascorreva in tal guisa
l'andar mio lento
ch’attraversando il cor tutto
al traguardo giugneva,
nel desco imbandito
d’un meriggio silente.

E tal visione di te fu angelica
ch’io te vidi
nell’acque specchiar imago... (continua)


Jean Charles G. 26/08/2022 - 11:23
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Cristalli e orchidee

Era il tempo dei fiori di cristallo e le foreste s'imbiancavano dei primi fiocchi di neve…

Percorrevo il letto d'un fiume ghiacciato posando i nudi piedi sulle mie paure, a ogni passo s'alzavano i ricordi dimenticati e sulle sponde dell'incanto danzavano tutti coloro che avevo conosciuto in vita.
Ero un’anima solitaria e tutta la mia vita era imprigionata in quelle stantie acque che nulla lasciavano trasparire.
Le parole dell’anima come flauti riecheggiavano nel silenzio del tempo mentre un freddo caldo avvolgeva il corpo del quale non sentivo alcun pulsare.
L'anima mia non aveva più nulla da raccontare e salutava coloro che osservavano dalle rive procedendo insieme al corpo ma precedendolo appena d’una spanna.
Ero felice della mia solitudine non percependo né male e né volontà terrena.
Nessuna fallace verità poteva oramai fermare il procedere.
Un piccolo spazio mi separava dal tempo e nelle mani avevo i miei fiori di cristallo da donare alla musa dell'amore imprigionata nel ... (continua)


Jean Charles G. 30/08/2022 - 15:11
commenti 7 - Numero letture:317

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Il monte dei ceri

«S’accesero ancora senza ardere sul monte dei due volti fronteggianti.
Luminescenze d’arcani universi si svegliarono e gli atomi si combinarono fra loro.
Eresse l'uragano l'eremo degli inganni e s'accesero senza ardere.
Morii nel giorno che non muore, io che avevo la vita di un morto.
E scesero dal monte.
Senza accendersi arsero per l'ultima volta».

E fiammelle furono chiamate dalla genesi d’ogni genesi.

Piansi così le lacrime delle fiammelle, per mille e mille e mille anni cercando i volti veri celati nel monte e quando compresi la solitudine dei morti piansi anche le loro lacrime.
Il monte fu colmo di dolore e all'alba delle domande esso riversò sulla valle le vesti bianche dei puri.
E scesero fiammelle per l'ultima volta e io piansi tra i morti senza sapere perché, senza il filo spezzato della vita.
Il cielo si fece cupo e il male ordinò alle fiammelle di morire ma esse erano già morte da tempo.
E io piansi il male nel suo male, nel suo vestito che ornava la Terra.
E... (continua)


Jean Charles G. 03/09/2022 - 15:49
commenti 8 - Numero letture:331

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