Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



RICERCA

     
 
La Descrizione

Le istruzioni sono:

Descrivi persone, cose, animali o ambienti attraverso uno o tutti i tuoi cinque sensi, con i quali tu abbia rapporti affettivi, sentimentali ed altro.


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In compagnia di due francesi e mezzo a Firenze (I)

Aspettava nel corridoio da quasi tre quarti d’ora.
Lo aveva chiamato la sua amica redattrice -Pronto!?-. <Sono io, lo ha letto. Vieni nel pomeriggio>. Gli aveva detto poi di aspettare lì, l’editore sarebbe arrivato.
Iniziava a sentirsi ansioso nella camicia che pareva non avesse avuto il piacere di un incontro col ferro da stiro. Lo sguardo gli sfuggì da sotto gli occhiali nello spiraglio della porta semiaperta fin sulla scrivania: era lì anche il suo libro. O meglio, quei fogli tenuti assieme da quattro dorsini bianchi. Li riconosceva dall’immagine sfocata in copertina, colpa della vecchia stampante a un solo colore. Si fece coraggio, entrò. Da fuori non si poteva vedere la fascetta di carta che teneva uniti tutti e quattro i dattiloscritti. Sopra in inchiostro rosso RESPINTO.
Una parola tanto potente, persino cruda non poteva essere stata scritta da quella meraviglia che sembrava le riposasse accanto: cappuccio e corpo marrone laccato, capace di adattarsi ai mancini o ai... (continua)

Mirko D. Mastro 20/10/2020 - 18:17
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LA MIA MUSA

Proverò a descrivere ciò che la mia musa dalle molteplici sembianze fa ogni volta che si appropria dei miei cinque sensi. Con occhi da poeta la vedo, la sento ed esprimo attraverso di lei i sentimenti più vivi. Le belle poesie sono quelle scritte con le ginocchia sulle pietre, col dolore in gola, con frasi sofferte che fanno parte di verità segrete che toccano il cuore. Descrivere, sviscerare ciò che ci spinge a scrivere ci indurrebbe ad essere poveri e maledetti per poter toccare il cielo, ma bastano solo semplici parole che salgono come l’edera faticosamente in alto, per dare voce ai sentimenti più puri. Difficile è descrivere la delizia del silenzio, non venire toccati dalle volgarità della gente, dalle chiacchiere inutili, parole vuote senza amore che non scaldano. Descrivere il regno della mia ispiratrice è ardua impresa, il pensiero si eleva, dalle sue labbra affiorano frasi che s’imprimono nel cuore e altro non rimane che diffonderle al mondo intero. Mia dolce musa è nel silenzi... (continua)

mirella narducci 16/10/2020 - 20:04
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La tela

Sfiorava leggero il barlume, e trapelava delicatamente un fioco e vellutato raggio bianco, tra le ampie finestre dalle cornici grigie, del pomeriggio tardo, il sole al tramonto. In strada quasi nessuno, e mi accovacciai dietro i mobili antichi di quel vecchio studio cinematografico, con la porta socchiusa, entrai incuriosito, dalle vesti bianche che dalla strada fuoriuscivano appena dalla finestra. L’odore di pellicola, macchine fotografiche ovunque, cineriprese appoggiate su ogni dove, poster, attrici, attori, stars. Delle vesti di lino femminile su una poltrona in pelle marrone, che guardava la strada dove mi ero intrufolato, e delle gambe appoggiate su un basso comò, con il braccio disteso dal bracciolo, nella mano una sigaretta a bocchino, che stava per spegnersi. La donna era in posa, davanti ad una tela di un quadro, del suo ritratto in stato di grazia, il pennello solo, appoggiato sulla tavolozza, seguiva solo il suo pittore, che sembrava appunto essersi assentato. Il sole aranc... (continua)

Luca Di Paolo 27/10/2020 - 18:04
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Lalla

Avevo da poco perso la mia mamma e nel cuore avevo un dolore così grande, che avrei potuto tagliarlo a fette..
I miei figli dicevano che stavo diventando "dispotica" e che non sopportavo più nessuna contrarietà. Insomma ero un'antipatica!
Mi ero chiusa in un dolore sordo e cercavo di evitare il contatto con chiunque.
Un giorno, ritornando dall'ufficio, trovai in cucina una scatola di cartone con su scritto : PER TE.
Sicuramente i miei figli volevano rabbonirmi con quel dono inaspettato
Mi avvicinai cauta e aprii la scatola con sospetto.
Avvolta in una copertina Rosa c'era una cagnetta di pochi giorni, che mi guardò con occhi languidi.
No, non potevano pensare che avessi voglia di badare ad un cane! Ma in casa non c'era nessuno e, nonostante la mia ritrosia, mi misi ad accarezzare quell'essere indifeso.. Come risposta ebbi una leccata sulle mani ed il mio cuore si rimescolo'tutto, guardando quegli occhi imploranti e fiduciosi..
Perbacco! Non volevo affezionarmi a ... (continua)

Teresa Peluso 19/10/2020 - 13:33
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Luci sulla veglia

La scala di pietra, racchiusa tra due pareti, si aprì in un varco ampio nella parte finale.
Una longherina di ferro sostituiva la porzione di muro tolta, in modo che, da quel punto della scala, si potesse vedere l'ambiente a piano terra. Da sopra ne sentii la voce.
Si sovrammetteva alle altre, senza severità, come fosse il solo ad avere qualcosa da dire, come se gli altri lasciassero uscire parole trasparenti, e lui ancora più su, senza pausa.
Fu la luce che accesi sulla scala a farlo tacere. Pensai ai grilli che da anni ho in casa. Vanno e vengono. Nel buio cantano. Quando accendo la luce penseranno a un sole improvviso, un nuovo giorno inaspettato e fanno silenzio.
Dopo anni, la prima cosa che vidi di Giorgio furono i capelli radi nella parte alta della testa, attorno i riccioli corti, sfumati di bianco. Le spalle si incurvarono appena in avanti, si guardò le scarpe. Io ne vidi le punte. La terra attaccata mi ricordò che era il tempo delle olive da raccogliere. Il freddo gli l... (continua)

Grazia Giuliani 29/10/2020 - 19:01
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Maestra Mile

Quando amare era ancora potersi scambiare la saliva con i baci vi parlai di una casa con la veranda sulla spiaggia col vialetto, oltre il porticciolo. Sono restato a lungo sul dondolo in fondo al pontile, con la tavola pronta per la cena. Pescato e frutta fresca. Il bagno caldo al punto giusto, petali di tulipano attorno alla vasca e mezzo bicchiere di vino. Quante volte riguardando quella vecchia polaroid ho rivissuto la scena in cui arrivando l’avrei presa in braccio per rincasare dopo un continuo ammiccamento fatto di dolcezze, sguardi. Di lei timida e audace come la notte non dissi mai il nome. Di lei che non arrivò mai. Milena, per me solo Mile, era la mia maestra di scrittura creativa e aveva un viso davvero particolare. Era bellissima quando sorrideva. La sua faccetta abbronzata le permetteva di arrossire senza far vedere la vergogna o quel pudore mentre le lavavo la schiena e la guardavo… per cercare la sua approvazione avvicinando piano, con discrezione le mie labbra al suo co... (continua)

Mirko D. Mastro 31/10/2020 - 17:00
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Nuvole e luce nella vita di un uomo

La sagoma alta si affacciò al primo piano di un lungo caseggiato, che mimetizzandosi nelle tonalità autunnali di un promontorio si elevava discretamente verso nubi sornione. La sua finestra era ritagliata nel mezzo della facciata color mattone, i suoi vetri opachi ben identificabili agli occhi di un’accorta casalinga, come quelli del balcone affianco appartenente allo stesso bilocale. Sul terrazzo si accumulavano oggetti mal assortiti, tra i quali occhi attratti da altri dettagli potevano pescare un paio di occhiali eccentrici portati via a una bancarella d’antiquato qualche anno prima e come in attesa su di un grill recante ancora tracce dell’ultima grigliata in strampalata compagnia, oppure far caso a una maglietta stinta esposta inerme al prossimo temporale. La sagoma si affacciò e chinò la testa verso la stradina sottostante, palesemente attratta da sei ragazzini che vi si affannavano dietro un pallone.
A difendere la metà campo alla sua destra – poche pietre disposte in maniera ... (continua)

Atrebor Atrebor 25/10/2020 - 17:39
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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