Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



RICERCA

     
 
CONFESSIONI

Le istruzioni sono:

Ripensa ad un episodio un po' 'oscuro' della tua infanzia e connettilo con il tuo carattere attuale, adulto, o con qualche tua abitudine o tendenza. Meno significativo (in apparenza) è questo episodio e meglio è. Non ti chiediamo di farti da psicoanalista di te stesso: niente ti impedisce di inventare o di usare ricordi altrui.
Ad esempio Rousseau nella sua autobiografia "Le confessioni" dopo aver parlato di un castigo avuto nell'infanzia dice: "Chi crederebbe mai che quel castigo infantile, ricevuto a otto anni da una donna di trenta, ha deciso dei miei gusti, dei miei desideri, delle mie passioni, di me stesso per il resto della vita e precisamente nel senso contrario a quello che ......"


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Bambini

Scuotevo i fili dello stendi-biancheria, sul balcone di casa, con il palmo aperto: mi divertiva vedere scendere le goccioline, perché mi sembrava incredibile che l’acqua piovana potesse depositarsi su fili così sottili… eppure, scrollandoli, le gocce stillavano via come brillanti colorati, per il sole che si rifrangeva in esse: infatti, nel frattempo, aveva riconquistato il cielo, dopo la pioggia estiva. Ero concentrata in quel gioco, ma non così tanto come poteva sembrare, guardandomi: infatti tenevo le orecchie tese, alla conversazione che avveniva alle mie spalle, qualche metro dietro me, al tavolo di cucina. Mio padre e mia madre parlavano fitto, a voce bassa.
- Io non me la sento, di telefonare a Paola. Non ancora…cosa le direi..? – mia madre aveva la voce seria e incrinata, come da una grande offesa, un avvilimento improvviso.
- Eppure dovresti proprio chiamarla. Stefano mi ha detto che, dopo che le ha parlato del bambino, qualche giorno fa, lei si è chiusa in un silenzio total... (continua)

Irene Fiume 24/10/2013 - 18:52
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Confessioni

“Smettila di conservare cose inutili! Raccoglile e valle a buttare. Non solo dobbiamo tenere te tra i piedi tutto il santo giorno, dobbiamo essere circondati da cianfrusaglie e giocattoli rotti! Sarebbe stato meglio se ti avessimo restituito a tua madre! Sei una monella disubbidiente e buona a nulla. La mattina, quando ti alzi, prima ancora di lavarti e di fare colazione, devi rifarti subito il letto ! Io non sono la tua serva! Se vuoi mangiare e vuoi che ti vesta devi darti da fare anche tu. I mobili devono essere spolverati, e il pavimento di tutte le stanze spazzato e lavato. Prendi la bacinella con i panni puliti in bagno e va a stenderli in terrazza. Fissa bene le mollette e assicurati che la ’forcenella’ sia ben sistemata sotto il filo di ferro, devi alzarlo il più possibile altrimenti le lenzuola toccano terra e si sporcano!” Non c’erano parole d’affetto per Tea che ripetutamente si sentì dire dalla signora fino al giorno del suo dodicesimo compleanno, che era figlia di una z... (continua)

Marianna Bonno 22/10/2013 - 16:33
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Confessioni: la malattia

Avevo circa sette anni quando mi ammalai di un virus particolare e inaspettato.
Era fine ottobre, la temperatura si era improvvisamente abbassata e l’influenza stava mietendo famiglie intere.
Persino mia madre si ammalò, io non l’avevo mai vista a letto, ma quell’anno le venne una febbre così alta che non ce la faceva ad alzarsi.
Io a quei tempi vivevo in un paesino sul mare, un paesino come ce ne sono tanti lungo le nostre coste, tutto squadrato, con tre strade parallele, la prima sul lungomare, la seconda subito dietro e la terza parallela alla pineta.
Ci conoscevamo tutti ed eravamo una grande famiglia.
Quel giorno mia madre, costretta a rimanere a letto, mi disse di andare a prendere il pane al panificio proprio accanto a casa nostra.
A quei tempi le automobili che circolavano erano proprio poche e semmai potevano passare persone in bicicletta o in motorino, ma io non avrei neanche dovuto attraversare la strada e questo rendeva tranquilla mia madre perché già altr... (continua)

Roberta Sbrana 29/10/2013 - 10:05
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La morte non uccide l'amore

Ho visto un ragazzo vicino alla porta di quella stanza.
Stava li fissando il letto con lo sguardo perso nel nulla.
Quel ragazzo penso di conoscerlo, mi somiglia.
Parla da solo dice frasi che non hanno un senso. Parla della morte e del paradiso ma io non vedo nessun morto in questa camera. Cerco di avvicinarmi a lui ma lui non riesce a vedermi. Sento qualcuno che lo chiama per nome , ricordo quel nome , mi è famigliare ma non riesco a ricordare. Mi guardo in torno , ci sono libri e foto.Una foto riporta l' immagine di una giovane donna con un bambino in braccio la guardo e ritornano pian pianino i ricordi. Vorrei aver non ricordato che quel morto di cui parlava mio figlio ero io. Sono morta!
oggi a casa mia su quel letto in quella stanza rosa circondata da libri e fotografie. Sono morta per colpa di una malattia non sono più umana è vero ma non sono morta del tutto. Sono ancora qua e qui rimarrò in questa casa triste e silenziosa a guardare la vita dei miei cari finchè l' ultimo ... (continua)

MARIANGELA ARMATA 23/10/2013 - 17:17
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Lo spasma

Spasticamente nervosa e ansiosa. Stralci di ricordi come flash si affastellano nella mia mente intrisa di nervi e mi rimandano indietro immagini di me bambina, intenta ad osservare mia madre respirare con affanno dopo un litigio appena conclusosi con mio padre. Ricordo che rimasi colpita da quel respiro così intermittente, e mi convinsi che mia madre stesse per morire. Provai un'angoscia interminabile nel vedere come balugini di tristezza ed orrore nei suoi occhi mandassero scintille forti nel mio animo e, totalmente impotente (mi aveva vietato di avvicinarmi o di dire qualunque cosa) mi rinchiusi in camera mia. Probabilmente fu un litigio da niente, probabilmente la mia testa lo aveva ingigantito di molto perché anni dopo, ma anche tutt'ora, porto avanti questo spasmodico respiro ad ogni litigio o presagio di litigio, tanto che ho bisogno di un soccorso o di un aiuto onde evitare un collasso o un attacco asmatico vero e proprio. Anche da situazioni banali come prendere il treno, o org... (continua)

Giorgia Deidda 19/10/2013 - 18:59
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Solo una sognatrice.

Da piccolina ero allegra e spensierata, alquanto giocherellona. Nel periodo della pubertà intorno ai dodici anni con il corpo cominciò a cambiare anche il carattere. Divenni timida, riservata, malinconica. Spesso mi ritrovavo a fissare un punto senza realmente vederlo, mentre la mia mente vagava assorta in splendidi sentieri. Per questo mio assentarmi, venivo rimproverata dai miei genitori e il ritorno alla realtà era quasi sempre brusco. La timidezza acuiva la sensazione di sentirmi fuori posto. Con il tempo imparai a nascondere questa tendenza alla contemplazione; quasi fosse una vergogna; una cosa che non si doveva fare. Allora per non essere ripresa cercavo un luogo appartato che mi liberasse dagli occhi indiscreti e accusatori e mi permettesse di immergermi in quel mondo tutto mio, di pace, e di parole. Parole che galleggiavano sospese nell’aria, e che trovavo divertente afferrare e ricomporre in incantevoli mosaici dove tutto aveva un senso. Con il tempo imparai a trascrivere que... (continua)

Claretta Frau 22/10/2013 - 18:30
commenti 6 - Numero letture:1408

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Una donna : il suo ieri,il suo oggi.

Quante volte avrei voluto dire,“ non voglio” oppure “no “. Quante volte avrei preferito, anche una sporadica ed accennata resistenza che non mi vedesse capitolare in men che non si dica. Rivedo il mio passato,le immagini scorrono come fotogrammi di una pellicola ormai logora e in disuso. Immagini a volte sbiadite e senza più valore; immagini ancora vivide e piene di cocente dolore. Ferite inferte e mai sanate. Cicatrici come cumuli di terra su di un morto a celarne la vista, ma non l’incomoda presenza. Segni e delusioni ormai seppellite, ma che ancora lasciano indelebile la loro traccia nell’intimo dell’essere; all’improvviso mordono scavando sino in fondo all’anima, sino a ritrovare il pianto celato, la paura divenuta terrore che tarpa l’ardire ed il volere. Assoggetta ad un “si “ obbligato piuttosto che ad un “no”; che paventa violenza e voci concitate, in un grido muto che invoca aiuto... un aiuto non dato e mai ricevuto. Ricordi di bimba impaurita, quando nella serenità de... (continua)

Carla Davì 29/10/2013 - 15:27
commenti 3 - Numero letture:1494

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