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I MIEI AQUILONI

Una strada angusta, simil mulattiera, sale dal paese inerpicandosi fra boschi verdi e aride maese.
Il pensiero dolce s'incammina, negli anni della fanciullezza mia si ferma.
Il cuore gioisce e lassù su quei prati in fiore di nuovo torna.
Grida di gioia si levano dalla collina inebriata di sole.
Sono le dolci e tarde ore dal profumo di mammole e viole.
Piccole mani si agitano in aria a toccare il firmamento.
Il filo si tende a ogni lieve soffiar di vento.
Planano piano e si rialzano in volo.
Urlano, corrono, cadono, l'inseguono fin l'ultimo stelo.
Si librano e volteggiano nel cielo come rapaci a individuare prede.
Un attimo, il volo si disperde, al filo spezzato il bimbo non crede.
Il viso si rattrista, non piange, si sente grande.
Il mondo lassù è suo, tutto magico appare, tutto si espande.
Sconsolato guarda il padre per una promessa amara che si perderà nel tempo di una clessidra avara.
Inesorabile si consuma il giorno festoso.
Reclinano il capo, stanchi, per una notte di riposo.
Si affacciano per un nuovo domani, sogni, speranze e illusioni.
Si disperdono nella nebbia i giorni che volavano i miei aquiloni.


Virginio Giovagnoli



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Poesia scritta il 27/12/2014 - 18:11
Da Virginio Giovagnoli
Letta n.1678 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Ricordi che resteranno scolpiti per sempre nel cuore.

Eugenia Toschi 28/12/2014 - 11:11

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ricordi che ci accompagneranno per tutta la nostra vita,molto bella la tua nostalgica opera!Ciao!

Anna Rossi 28/12/2014 - 05:36

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Nostalgica e bella,complimenti

genoveffa 2 frau 27/12/2014 - 19:44

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E' molto bella!
Ciao Elisa

elisa longhi 27/12/2014 - 19:10

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I ricordi più belli dell'infanzia,
quelli che fanno tornar bambini al
solo pensarci! Che bello!
Ciao...

Gio Vigi 27/12/2014 - 18:27

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