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= Racconto
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AUSCHWITZ un giorno a ricordare

Una moltitudine di genti sulla spianata,
presente l’universo di Fede parente.
Una musica rende coscienza alle menti.


Un pantofolaio cristiano in poltrona
lontano
portato a levarsi e sostare in ascolto.
Piange
come può? Non conosce l’Ebreo.


Ognuno si alza, ognuno la vive in
silenzio, nel pianto, in preghiera
nel canto di Ebrei sentito Cristiano
ad Auschwitz quel giorno, vissuto
in memoria di un mondo di assenti
a domandarci ancora senza pudore:
-Davvero guardavo senza vederti?-


“Era necessario -quei giorni- per
stringerci attorno un giorno? ”
Di questo,
Signore ti prego non togliermi il velo.



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Poesia scritta il 26/01/2015 - 15:09
Da giampietro corvi c.
Letta n.1327 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Troppo bella...ho scritto anch'io su AUSCHWITZ... il mio è un racconto: Un incubo in rosa...storia di un bimbo ebreo passato per il forno crematorio...sono molto sensibile all'argomento. Bravissimo giampietro...eccellente. ciaociao

. Focus 16/02/2015 - 19:53

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Giorno indimenticabile come gli orrori che tanti hanno finto di non vedere,bravo

genoveffa 2 frau 26/01/2015 - 20:07

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Il giorno della memoria e per l'appunto un momento incancellabile per tutte le coscienze umane, le altre non lo sono.

Paolo Ciraolo 26/01/2015 - 19:46

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"Davvero guardavo senza vederti?"
Purtroppo il silenzio è complice in ogni cosa, e il tempo non basta a lavare l'onta. Ogni epoca ha le sue omertà. Piaciuta molto.

Alessandro Sivieri 26/01/2015 - 19:39

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