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MA QUAL DIO...

Oh morte, tu che hai il potere
di stravolgere gli animi,
sin da portarli alla pazzia,
perché non porti via con te
la compagine rimasta inutilmente
appesa sulle rime di un tempo
che più non le appartiene.
Oh morte crudele,
oh morte, signora del nulla,
perché hai assunto l'ingrato
compito di rubare la vita?
Ti odio tu non sai quanto
non perché tu esisti ma perché
hai portato via lui e non me.
Stupida morte, voluta da chi?
Solo un essere che del divino
non ha nulla ha potuto immaginare
un simile demoniaco evento.
A chi dar la paternità
di simile oltraggiosa volontà.
Tu non puoi sapere,
tu non puoi conoscere chi per lui
ti appella e ti maledice, perché
la sua anima leggera come piuma
non s'ingarbuglierà nelle trame
da te ordite oh morte fedifraga.
Oh morte vigliacca mi hai reso
vedova del tesoro più grande,
mi hai resa impotente ed incapace di
arginare la tua cavalcata micidiale
che me l'ha strappato come neonato
al seno. Né urla né gemiti giunsero
alle tue orecchie, solo calde lacrime
a bagnare i volti innocenti di chi l'amava. Come farò e come potranno loro
dimenticare l'affronto subito da te
morte iraconda.
Morte, morte, morte,
ma qual dio ha potuto immaginare
un simile scempio?
Lassù, in collina, sul prato
sono rinate le dilette pratoline
ma, al contrario di ieri, le noto
appena mentre la sua assenza fa
si che la mia vita,
vuota di significato,
sia d'un tratto, finita.


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Poesia scritta il 12/04/2015 - 07:22
Da EMMA DI GIROLAMO
Letta n.1302 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Il mio grido di dolore forse fa apparire allo sbaraglio la mia fede ma in un simile frangente come evitarlo soprattutto se penso a quanto abbia sembre impostato la mia vita sul buono, sul giusto e sul bello.
Avendone avuto il contrario il chiedersi ed il non capire ci rende furiosi. Così, non rimane che sperare che il tempo possa, almeno un poco, affievolire l'immane dolore e trovare rassegnazione.
Questo riflesso così sentito della tua testimonianza di fede mi auguro possa aiutare ad illuminare un poco il mio buio e triste cammino.
Grazie Vera.
Emma

EMMA DI GIROLAMO 14/04/2015 - 07:53

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Angela è solo il profondo dolore che ha copyright di questa eloquenza così forte si da apparire quasi disumana e pertanto, lasciandolo sfogare come cavallo al trotto, cerco di allontanarlo da me poichè come madre ho il dovere di reagire per loro, incolpevoli vittime di tale crudele destino.
Grazie.
Emma

EMMA DI GIROLAMO 14/04/2015 - 07:23

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Ti ringrazio Luciano di aver compreso il mio dolore che purtroppo non avrà mai fine anche se dovrò continuare a vivere per rispetto ed amore verso chi ha perduto ancor più di me, i nostri figli.
Emma

E


EMMA DI GIROLAMO 14/04/2015 - 07:04

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Un'angoscia vissuta all'ennesima potenza. Verseggiata in tutti i suoi risvolti umani più cattivi ed ingiusti. Credo in quello che dici e capisco il tuo dolore. Eccellente poesia.

luciano rosario capaldo 13/04/2015 - 09:29

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Versi intensi e suggestivi. Complimenti!!!!

Angela Randisi 12/04/2015 - 19:28

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Dio, Emma, è da sempre, per i suoi credenti, sinonimo di Vita, la morte non gli appartiene. La morte è frutto esclusivo di ciò che la vita distrugge: il male, mentre il bene non fa che edificarla, farla sempre più evolvere verso altro Bene. A morire, non può essere che il male, il superato dal Bene
...il cui destino non può che essere l'eternità. Altrimenti, se davvero meritasse la sua distruzione, che bene
mai sarebbe?...
Tu hai pienamente reso l'angoscia che la morte suscita...Quanto vorrei riuscire a rendere almeno un po' il significato pienamente vitale della FEDE nella VITA!
Vera

Vera Lezzi 12/04/2015 - 09:59

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