in cui la bella Italia soccomberà
per volontà di onorevoli persone;
non avrà più rispetto e dignità
e l’alto prezzo sarà l’abiezione.
Di tanta distruzione sono rei
loschi politicanti e immondi farisei,
tutti quei cittadini indifferenti,
irresponsabili ed acquiescenti;
tutti i vili che possono e non fanno,
ma, pur sofferenti, attendono, inerti,
i tempi, che saranno bui e incerti,
non pensando così al grave danno.
I capi, che del popolo sono reggitori,
in discordia tra loro sempre stanno
non per comune bene, ma da rapinatori
imbottiscono il portafoglio senz’affanno.
La corsa al denaro è l’unica fatica,
così rubano per sé e per l’amica;
è solo tornaconto il loro governare,
non rispettano le leggi, né i valori,
né della Giustizia i fondamenti;
sono indegni i loro comportamenti,
ma passano per “nobili signori”
mentre il popolo si lascia denudare.
L’Italia oggi è caduta in servitù
e questo, purtroppo, è l’alto prezzo,
che degli annosi governi del ribrezzo
ogni cittadino pagherà quaggiù.
Dal mio libro “Patema”
Gabrieli Editore – Roma 1971

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è sembre la stessa storia, ma il tuo dire è raffinato, poetico e incisivo. Ottima la rima e l'incalzante denuncia.
5*

